Una pietra d’inciampo a Casale per ricordare il sacrificio di Giovanni Mirotti

MEMORIA Arrestato e deportato, morì a Mauthausen a soli 43 anni

«La pietra d’inciampo sia un messaggio di memoria ma soprattutto di pace». A 81 anni da quel 4 novembre 1943 quando Giovanni Mirotti, antifascista casalino figlio del primo sindaco socialista di Casalpusterlengo, Prospero Mirotti, pronunciò in piazza del Popolo il discorso in cui invitava a lottare per la pace, che gli costò l’arresto e la deportazione a Mauthausen dove morì a soli 43 anni, la città ne celebra il ricordo. L’appuntamento è per sabato 9 novembre alle 10 proprio in piazza, a pochi metri dal monumento ai Caduti, dove si terrà la cerimonia inaugurale della pietra d’inciampo in suo onore e in onore di tutte le vittime dei campi di concentramento nazisti. «L’amministrazione ha supportato questo progetto sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista culturale - dichiara il sindaco Elia Delmiglio -. Pensiamo che questa installazione possa essere un luogo di memoria, ma mi sento di dire che oggi non è così distante dai tempi che stiamo attraversando. In un momento di guerra, di morte e di oppressione da parte di alcuni popoli che stanno vivendo dei momenti difficili, ci deve fare riflettere. La memoria di Giovanni Mirotti che la nostra comunità ha già ricordato con il conferimento alcuni anni fa del Premio Pusterla, rappresenta un sentimento che tutta la comunità di Casale ha rispetto a rendere onore al sacrifico di questo concittadino». Rappresentante di «un ideale di libertà e democrazia - ha sottolineato il consigliere Francesco Pesatori, che evidenziando la collaborazione con le associazioni ha aggiunto -. Spero e sono certo che continuerà in questi termini, per dare alla nostra città un segnale sulla possibilità di creare insieme momenti di condivisione su chi è stato importante per Casale». Del contributo fondamentale del Comune e dell’ufficio cultura in particolare, nel veder riconosciuta la pietra d’inciampo dalla Fondazione tedesca Gunter Demnig, ha parlato poi la presidente dell’associazione Anppia Tiziana Mirotti, nipote di Giovanni: «L’importante è continuare a ricordare il sacrificio dei deportati non solo razziali ma anche politici - ha aggiunto -. Questa pietra di 8,9 centimetri per lato, sormontata da una lastra di ottone lucente, è un inciampo “psicologico”, perché vederla luccicare in mezzo all’asfalto è un invito a fermarsi e a riflettere». Ciò che manca oggi, come ha ricordato il segretario Anpi, Paolo Cianciabella: «Le pietre d’inciampo costituiscono la materializzazione della memoria e del ricordo, affinché provochino una scintilla di curiosità che accenda una fiammella di conoscenza».

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