La scuderia “La Costa” e la “Santa Cabrini”: quando “bruciava” la passione per i cavalli

Ubaldo Morzenti di Sant’Angelo Lodigiano racconta un mondo affascinante, che non c’è più

Sembra di cogliere ancora le atmosfere: di tabacco e parole dette senza ascoltarsi, di grida e scommesse, di provocazioni lanciate e rivalse covate come sfide che sembravano le uniche ragioni di vita. A Sant’Angelo Lodigiano c’era la “mania” dei cavalli, e durò a lungo: dagli inizi degli anni Settanta sino agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso.

A raccontare quel tempo, quelle estati che gli sportivi volevano non finissero mai, è Ubaldo Morzenti, settantadue anni d’età, oltre sessanta vissuti sulle piste e nelle scuderie.

Questo gruppo aveva un leader?

«L’iniziatore è stato Vittorio Crespi, nel 1962, con una cavalla trottatrice, di nome Ombretta, una mini cavallina, proprio piccola, che lui faceva trottare in paese. Vittorio era un ragazzo unico, speciale, aveva idee originali e sapeva applicarle: aveva 22 anni quando prese questa cavalla, e alla fine tutti volevamo imitarlo. Io avevo dieci anni di meno, e non vedevo l’ora di salire sul calessino con lui».

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