SAN COLOMBANO La malattia della vite imperversa in collina, danni fino al 50%: «Richiederemo lo stato di calamità»

Le continue piogge innescano le peronospera, Comune pronto a denunciare chi non rimedia

La peronospera imperversa tra i vigneti, produzioni in calo del 40-50 per cento e il Consorzio Volontario San Colombano Doc pensa alla richiesta dello stato di calamità. In collina si profila un 2024 disastroso per la vendemmia a causa delle condizioni meteo anomale di quest’anno. La primavera particolarmente piovosa ha innescato diversi focolai della malattia, particolarmente aggressiva nella fase dell’allegagione, quando il fiore si trasforma in grappolo. A giugno si sperava in un rallentamento alla diffusione contando su caldo e scarse precipitazioni. Ma ai primi di luglio, il bilancio è diverso perché finora sono perdurate temperature non elevate, altissima umidità e piogge ancora abbandonanti. «Ciascuno verifica i propri vigneti, ma tutti sono rimasti colpiti, e in molte zone c’è un calo produttivo di almeno il 40 o il 50 per cento – dice il presidente del Consorzio San Colombano Doc Diego Bassi -. C’è un problema di focolai della malattia, ma anche di trattamenti obbligatori che non tutti eseguono, e di vigneti abbandonati in cui la peronospera attacca facilmente, diffondendosi poi tutt’attorno». Particolarmente colpite le zone più umide e i fondovalle, e sembra in sofferenza soprattutto l’uva rossa, a partire dalla Croatina. Alcuni viticoltori amatoriali si sono visti i vigneti completamente devastati, con la prospettiva di non raccogliere. Nell’ultimo Bollettino di difesa della vite del Servizio comunale, pubblicato ieri, si segnalava ancora l’allarme rosso: «La presenza di infezioni in atto con ancora umidità notturna e un buon sviluppo vegetativo, inducono a ritenere ancora alto il rischio di infezioni secondarie, il pericolo di progressione della malattia con la possibilità che passi dalle foglie ai grappoli». Con l’avviso: «Chi non effettua i dovuti trattamenti fitosanitari si rende responsabile della diffusione di malattie e arreca danni economici ai viticoltori confinanti e può essere penalmente perseguito».

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