Sant’Angelo: «Torniamo a uscire di casa la sera e non rinunciamo alla nostra città»

Il parroco monsignor Enzo Raimondi invita a non chiudersi nella paura

«Sant’Angelo deve riscoprire il suo orgoglio, smetterla di essere rassegnata e cominciare a pensare a una comunità nuova». È un appello senza ombre quello del parroco monsignor Enzo Raimondi, che ha affidato ai bollettini parrocchiali una lunga riflessione sulla situazione attuale, a partire dal tema dell’immigrazione e della difficile convivenza. Con una premessa: la riflessione «è apparsa sui bollettini parrocchiali, che sono uno strumento di comunicazione per la comunità cristiana – spiega monsignor Raimondi -. Non devono esserci strumentalizzazioni». Il parroco interviene su temi di attualità nella convinzione «di non doversi occupare solo dei fedeli, ma di contribuire per quanto possibile al benessere di tutta la città». E lo fa senza nascondersi. «È fuori di dubbio che l’arrivo, la presenza, la convivenza con un numero particolarmente significativo di immigrati è uno degli elementi che fanno oggi la differenza e ha innescato dinamiche purtroppo non sempre positive – scrive il parroco -. La situazione non si può cambiare, né si può fermare l’orologio della storia. Semmai va compresa, accolta come sfida, accompagnata con responsabilità e, anche se non sono d’accordo con chi la valuta sempre e comunque come una risorsa, in alcuni casi e a determinate condizioni anche l’incontro tra popoli, culture, religioni differenti può diventarlo. Il problema sta proprio qui, però: un incontro che non c’è nella realtà e neppure mi pare ci sia la volontà e l’occasione per realizzarlo».

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