VALERA FRATTA Il cantiere sulla Valtidone è deserto, i lavori riprendono solo fra una settimana

Tutto fermo sulla 412 al confine con Torrevecchia Pia dove il 27 luglio ha ceduto la strada sul ponte

Il cantiere è vuoto, solo le barriere di protezione lo indicano, e fin da lontano l’unico rumore che si sente è lo scorrere dell’acqua nel Cavo Marocco, altissima. È tutto fermo sulla strada provinciale 412 della Valtidone al confine tra Valera Fratta e Torrevecchia Pia, dove il 27 luglio scorso un cedimento della strada sul ponte aveva aperto una voragine sul canale. I lavori inizieranno solo l’11 settembre, con previsione di conclusione entro metà ottobre. Ma nel frattempo il traffico di pendolari verso Milano, dopo il rallentamento di agosto, è ripreso in questi giorni e promette di essere ancora più intenso dopo la riapertura delle scuole, con le vie alternative verso e dalla metropoli, per il Lodigiano la strada provinciale 17 Sant’Angelo-Melegnano, che si sobbarcano anche il carico della Valtidone, 20mila mezzi al giorno in media. L’indicazione della Provincia di Pavia, che aveva subito affidato i lavori di ripristino in somma urgenza all’impresa I.C.E.S. - Impresa Costruzioni Edili Stradale srl, era quella di avviare il cantiere di ricostruzione subito il primo di settembre e poter «ripristinare l’infrastruttura prima dell’inizio dell’autunno». Nell’immediatezza del crollo erano stati avviati gli interventi di sicurezza stradale e corretto ripristino del deflusso delle acque, indispensabili a servire 1.500 ettari di coltivazioni e 500 imprese agricole nel pieno della stagione calda. Ma la previsione di chiudere la stagione irrigua il 31 agosto non si è avverata: fino al 10 settembre sarà necessario mantenere il regime idraulico del Cavo Marocco, quindi solo a partire dall’11 si potrà iniziare a lavorare per il ripristino della sede stradale. Inoltre, la Sovrintendenza ai beni Architettonici ha chiesto alla Provincia di Pavia precise garanzie conservative sul sottostante antico ponte di inizio Ottocento, manufatto in mattoni che a discapito dei suoi 2 secoli e più di vita non presenta significative rotture o cedimenti, a differenza del cemento armato usato per lo scavalco del canale nel corso dell’allargamento della strada della Valtidone, probabilmente negli anni Sessanta.

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