Cartes de visite: il premio Parpani e un mondo intero “chiuso” in tasca
Nel fine settimana si è svolta la cerimonia di consegna dei riconoscimenti alla Bipielle Arte
È Paolo Roscini di Jesi il vincitore del Premio Gianluigi Parpani “Il Mondo in Tasca” 2022, con un progetto intitolato “Uomo del mio tempo”, che unisce insieme fotografia, pittura e poesia. Il riconoscimento gli è stato consegnato nel fine settimana allo Spazio Bipielle Arte, dove, come ha ricordato Matteo Parpani, fino al 6 novembre sono stati «esposti tutti i lavori che hanno partecipato alle quattro edizioni del concorso intitolato a mio padre, Gianluigi Parpani, collezionista di cartes de visite, unitamente ad alcuni pezzi della sua collezione, dove si possono riconoscere volti noti e meno noti della storia italiana». Determinare il vincitore, ha spiegato Gabriele Chiesa, «non è stato semplice: da un lato c’erano opere nelle quali si leggevano angoscia, paura e ansia, mentre altre erano molto eteree, se non proprio gioiose colme di speranza. Alla fine, ha prevalso l’idea che non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quello che vediamo». A consegnare il riconoscimento è stato il presidente del Rotary Club Adda Lodigiano Sandro De Palma, che ha ricordato la figura di Gianluigi Parpani: «La prima conviviale del nostro club, 21 anni fa, la fece lui, facendoci scoprire la sua passione». Un altro intervento è stato affidato ad Alberto Prina, organizzatore del Festival della fotografia etica: «Lo spazio Bipielle Arte nelle scorse settimane ha ospitato le fotografie del World Press Photo, il più importante premio di fotogiornalismo. È bello vedere che continua a mantenere questa vocazione». Il progetto di Roscini, di cui Chiesa ha lodato «la capacità di trasmettere la sua passione ai suoi amici», consta di quattro cartes-de-visite è stato stampato con il processo Van Dyke e riporta, oltre alle fotografie, anche interventi in acquerello localizzati e versi della poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo. Sul retro delle cartes de visite c’è una figura indefinita d’uomo che si dissolve progressivamente, a rappresentare la maledizione e l’oblio dei suoi figli. Il monito che lancia è che la storia si ripete, carica di violenza, odio e dolore, e la domanda se impareremo mai a non ricadere nei nostri errori resta in attesa di una risposta.
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