Silvano Bescapè e l’archivio delle meraviglie

Il fotografo lodigiano ha salvato uno sterminato patrimonio di immagini e ne ha fatto un museo a Cavenago: un autentico tesoro che va difeso e custodito

L’ex fabbrica del ghiaccio, affacciata sul cortile di casa, nasconde un tesoro di storia e memoria. Siamo a Livraga, nell’abitazione di Silvano Bescapè , classe 1941, fotografo per professione e collezionista per passione. Alzi la mano chi non lo conosce, non foss’altro che per l’enorme numero di matrimoni che ha immortalato con il suo obbiettivo. «Ne facevo anche 160 all’anno» ricorda. Oggi Silvano è in pensione e si dedica al suo personale tempio della fotografia, il Museo Paola e Giuseppe Bescapè, ospitato dal 1993 in alcuni locali messi a disposizione presso il municipio dal Comune di Cavenago d’Adda. E poi c’è quell’amore “folle” per le immagini del passato, scatti e cartoline, a migliaia, anzi centinaia di migliaia, «forse addirittura tre milioni» – dice lui - se si mette in conto l’enorme mole di negativi raccolti in decenni di attività collezionistica. Un’attività che Bescapè ancora coltiva portando le sue “chicche” sui banchi dei mercatini antiquari di Lodi e Codogno, acquistando e vendendo perché una collezione, per quanto grande, non è viva se non la si anima di nuove cose. Almeno un po’.

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