
Telekommando
Questa forse è la settimana più difficile per la tv: sia dalla parte di chi la fa sia da chi la vede. Senza alcun dubbio. Eppure ci sarebbe da vedere più che da dire alla luce di quanto sta accadendo nel mondo. Ma, le armi di distrazione di massa la sanno lunga con in più un’attrezzatura che non ammette errori, talmente è sofisticata e ingannevole. Un po’ tanto per scendere di livello alle tante pubblicità e offerte che affollano televendite e spot. Per carità di patria non faccio nom, anche perché queste aziende sono state sanzionate più volte. Comunque, nell’incomprensibilità di questo nuovo mondo che prepotentemente si sta prendendo la scena, nonostante il vecchio resista come può, in Italia e soprattutto nel piccolo universo televisivo la cosiddetta pax tra Rai e Mediaset sembra essere minacciata dal ritorno sul piccolo schermo di una delle beniamine della tv trash degli ultimi anni. Tuttavia, i due anni chiamamoli di esilio pare non le abbiano spento la verve polemica e ironica. La napoletanità non si dimentica così da un giorno all’altro. D’altronde, da consumata attrice sa che il successo nasconde una parte buia che facilmente può oscurare la luce del pubblico. Lei è Barbara D’Urso. La conduttrice, ormai non è più solo un cicaleccio di corridoio (mi piace tradurre così i cosiddetti “rumors”), sarà nella commedia danzante di Ballando con le stelle e non più come ballerina di una notte (lo è stata e mi è sembrata una cosa un po’ come quando D’Annunzio usciva nottetempo dal Vittoriale. Mi scuso e assolvo per l’azzardo), ma come concorrente e questa sì che è una bella notizia. Infatti, se si vuol parlare di intrattenimento, la D’Urso è stata pioniera della tv degli anni 2000 con i suoi programmi, soprattutto pomeridiani e pur dando libera parola (anche inventandoli) ad alcuni “mostri” (uso una categoria di Striscia la notizia), ha saputo rinnovare linguaggi e modi che a torto o a ragione sono entrati sia nel gergo televisivo sia nella sciocca quotidianità d’ogni giorno.
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