Assisto al telegiornale assieme alla famiglia e alla nostra vicina di casa. Ivana è ucraina. Scoppia in lacrime. Le immagini provenienti da Israele e dalla Striscia di Gaza la riportano al suo Paese, martoriato dalla furia russa. “Come a casa mia, come a casa mia”, ripete senza sosta. Non tenta analisi politiche, militari o geostrategiche. Nei suoi occhi carichi di lacrime e nelle sue parole ci sono solo pietà per morti, feriti, ostaggi.
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