La crescita dell’industria fa bene alla nostra terra

Il punto Constato che, sebbene i segnali di difficoltà non manchino, vanno affiancati da semi di speranza, quelli che vengono gettati sulla terra lodigiana e sudmilanese dalle aziende che scelgono di investire

Lodi

La vertenza della logistica Geodis approderà in Regione Lombardia: giovedì prossimo in audizione si farà il punto sull’azienda di Carpiano che, avendo perso un grande cliente, Amazon, rischia di licenziare quasi cento lavoratori.

Lo spettro è divenuto realtà per una ventina di dipendenti della ex Flexotecnica di Tavazzano, controllata dalla Germania, che ha dimezzato il personale. Sono invece una quarantina i lavoratori in bilico alla Maimeri di Mediglia, storica azienda delle belle arti oggi nell’orbita Fila che pare destinata a chiudere i battenti. Incertezza poi alla Alusteel di Somaglia, ditta meltalmeccanica per la quale i sindacati invocano chiarezza. Restando nella Bassa, il tribunale ha ammesso la General Ricambi di Castiglione d’Adda alla procedura di composizione della crisi d’impresa in continuità, un modo burocratico per dire che il paziente ha la febbre e si cerca una cura. Questo il contesto micro, che si inserisce in quello macro che, al netto dell’effetto dazi, il cui innalzamento al 20 per cento è per ora congelato, vede la produzione industriale italiana in calo per il 25esimo mese consecutivo. Non tutti i settori hanno il segno meno, quello del mobile ad esempio cresce, tuttavia ce ne sono alcuni - importantissimi - che soffrono più di altri: uno su tutti l’auto, che sta segnando il 30 per cento di produzione in meno rispetto allo scorso anno.

C’è di che preoccuparsi, senza dubbio. Tuttavia se guardiamo al nostro piccolo quadrante, Lodigiano e Sudmilano, possiamo e dobbiamo anche segnalare le storie positive. Partirei dalla farmaceutica Ibsa, multinazionale svizzera che ha inaugurato la nuova sede italiana a Lodi, con un investimento di 17 milioni di euro, una cifra che fa pensare come la scelta della nostra città sia stata fatta con un orizzonte di lungo periodo. Farmaceutica significa uno dei settori di maggiore crescita dell’economia italiana, in grado di creare nuovi posti di lavoro e generare occupazione anche di qualità: per una volta dunque non dovremo più esportare ricercatori verso Milano, ma, si spera, li potremo attrarre. Aggiungo che poco alla volta, senza che il territorio se ne accorgesse in maniera compiuta, abbiamo dato vita a un solido comparto cosmetico-farmaceutico lodigiano, che si connette con quello cremasco e quello del Milanese e della bassa Bergamasca. E questo significa scambio di conoscenza e di esperienza e creazione di valore sul territorio.

La nuova sede Ibsa è stata realizzata lungo la tangenziale di Lodi, in zona San Grato. Pochi metri più in là è stata avviata un’altra attività che guarda al futuro: è il polo lodigiano di Haiki, che ricicla il cartongesso. Chi parla bene direbbe economia circolare; in sintesi si tratta di ricavare ricchezza da un rifiuto

A Tavazzano lo scorso 21 marzo è stato inaugurato il nuovo modulo a ciclo combinato della storica centrale, un tempo Enel, poi passata in mani spagnole, tedesche e oggi al gruppo ceco Ep. La turbina è stata realizzata da Ansaldo. L’investimento complessivo è stato di circa 400 milioni di euro

A Lodi sta sorgendo la nuova sede Zucchetti, azienda che ormai veleggia sui due miliardi di fatturato annui e che ha davanti a sè margini di crescita enormi, lavorando nel comparto che più di altri ha possibilità di sviluppo nei prossimi decenni, l’informatica.

Non mi dilungo su altri due interventi particolari, il Data center di Melegnano (i cantieri sono in corso) e quello in previsione a Turano-Bertonico, perché la ricaduta in termini di forza lavoro non sarà importante.

Constato però che, sebbene i segnali di difficoltà non manchino (e li abbiamo illustrati nella prima parte dell’articolo), vanno affiancati da semi di speranza, quelli che vengono gettati sulla terra lodigiana e sudmilanese dalle aziende che scelgono di investire. Non possiamo ridurci a essere solo la terra delle logistiche, dobbiamo avere l’ambizione di far crescere la nostra industria, perché questo significa tanti posti di lavoro, benessere per i nostri concittadini, una riduzione del pendolarismo verso Milano e maggiori possibilità di lavoro per il nostro fitto tessuto artigiano e commerciale.

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