La guerra in Congo spinta anche dall’auto elettrica

Paesi ricchi e colossi economici come la Cina investono sullo sviluppo tecnologico e chiedono “terre rare”, sulla pelle di migliaia di profughi

Il Congo sanguina, sta sanguinando ora e sanguina per noi. Il gruppo ribelle filo ruandese M23 composto principalmente da miliziani tutsi e che fece la sua prima apparizione nel 2012 “come emanazione di una lunga tradizione di fazioni ribelli finanziate dal Ruanda nell’est del Congo” secondo il Kivu Security Tracker, di nuovo, ha rianimato la guerriglia. I ribelli però sono molto meglio armati e organizzati rispetto a dodici anni fa,tanto da aver conquistato assi di collegamento e centri strategici in pochi mesi e aver costretto oltre 800.000 persone a lasciare le proprie abitazioni. Il movimento M23, che punta al controllo di uno degli scrigni mondiali di coltan, oggi dispone delle capacità di un esercito convenzionale e al momento i tentativi da parte delle forze regolari di Kinshasa di respingere gli insorti sono falliti e la ribellione è arrivata alle porte di Goma, il capoluogo della ricchissima regione del Nord Kivu. Mentre un fiume di profughi si trascina verso le campagne trasportando frammenti di esistenze su vecchie cariole, intanto i primi cannoneggiamenti hanno iniziato a interessare la periferia della città e considerando che nel 2024 è previsto il ritiro dell’intero contingere dei Caschi Blu il rischio è che le ricchissime colline dell’est possano divenire nel breve termine un territorio al di fuori dell’amministrazione congolese ma sotto controllo di un esercito ombra che saccheggia le risorse locali per conto delle potenze limitrofe. Uno scenario che rischia di presentarsi anche nella ricchissima regione del Katanga che nei presto diverrà una delle aree maggiormente strategiche a livello planetario. Sono qui infatti contenuti più giacimenti di cobalto di tutti quelli del mondo messi insieme. Il cobalto è un raro metallo essenziale per ogni batteria ricaricabile agli ioni di litio ed è necessario per tutte quelle innovazioni tecnologiche fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità climatica. Nel solo 2021 in Congo sono estratte 111.750 tonnellate di cobalto, il 72% delle forniture globali e la quantità di materiale estratto è destinata a crescere inesorabilmente nel brevissimo termine. Dopo gli accordi di Parigi del 2015 che prevedono di ridurre le emissioni di Co2 del 40% entro il 2040 espandendo il settore del trasporto elettrico, il cobalto è divenuto il nuovo oro mondiale. Considerando che per rispettare gli accordi di Parigi sono necessari almeno 100 milioni di veicoli elettrici entro il 2030 e che per una macchina elettrica sono necessari 10 chili di cobalto, mille volte di più che per uno smartphone, è evidente come il Katanga diverrà un forziere preziosissimo che attirerà gli appetiti rapaci di potenze globali, paesi regionali e milizie dedite al saccheggio; e il tutto in tempi molto ristretti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA