L’attacco di Hamas di sabato mattina non ha precedenti: per efficacia, coordinazione, violenza. Mai i miliziani erano riusciti ad attraversare la barriera che separa Gaza da Israele, uno dei confini più controllati al mondo. Mai erano riusciti ad infliggere perdite così pesanti. L’unico paragone nella storia del conflitto arabo-israeliano con quanto sta accadendo è la guerra del 1973 dello Yom Kippur, di cui cade proprio in questi giorni l’anniversario. Allora, Egitto e Siria, sempre sconfitti in precedenti scontri con Israele, lanciarono un attacco a sorpresa da Sinai e Alture del Golan. Totalmente colto di sorpresa, lo stato ebraico riuscì infine ad avere la meglio dopo due settimane di guerra durissima. Perse 2500 uomini (le armate arabe probabilmente 12 volte tanto) e si sentì, per la prima volta, vulnerabile: l’immagine di carrarmati egiziani a Gerusalemme era stata, seppur brevemente, all’orizzonte. Lo Yom Kippur rimane uno scontro chiave in quanto permetterà il primo accordo ‘terra in cambio di pace’: pieno riconoscimento di Israele da parte del Cairo, e restituzione all’Egitto del Sinai occupato nel 1967.
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