LODI Tamberi ed Hemingway, l’ossessione dei sogni

La vicenda di Gimbo ricorda un po’ quella di Santiago, il vecchio pescatore narrato nel noto capolavoro “Il vecchio e il mare”

Siamo rimasti tutti col fiato sospeso davanti a quei due metri e ventisette centimetri che hanno segnato la fine della corsa olimpica di Gianmarco Tamberi: dopo tre tentativi, l’atleta italiano ha dovuto abbandonare la gara, classificandosi undicesimo nella finale di salto in alto maschile. La fortuna non ha certo giocato a favore di Gimbo: prima della partenza per Parigi, delle dolorosissime coliche renali lo avevano costretto a letto. Ripresosi in pochi giorni, il giovane atleta era comunque partito per la capitale francese, fiducioso di poter competere. La notte prima della gara, una nuova colica renale lo ha portato in pronto soccorso, costringendolo a comunicare ai fan che “tutto è finito”. Gianmarco ci ha abituato a recuperi dell’ultimo minuto e così, poche ore prima della gara, eccolo di nuovo in pista, pronto per la battaglia. Ma le cose sono andate come sappiamo: un undicesimo posto che delude le aspettative dell’atleta, mesi di preparazione andati in fumo, e la conferma dell’oro di Tokyo 2020 che non arriverà mai.

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