ESTATI LODIGIANE A centinaia in riva al fiume, l’Adda era divertimento e fonte di sostentamento

L’eco di un mondo che non esiste più, superato dal progresso e dalle fabbriche

Beppo Boriani si è alzato presto stamani. Come ogni mattina.

È andato al fiume, ne ha colto l’umore, e nei pressi di un’ansa, su un denso canneto, ha preso due lunghi fusti lignei, sottili e resistenti.

Quando ha dato le spalle al fiume, tornando verso casa, non c’era ancora anima viva nei dintorni. Malgrado sia una domenica di piena estate. Ci sono ancora quelli che vanno all’Adda, soprattutto per prendere il sole. Ma tanti anni fa le presenze erano maggiori; c’era una folla di gente, un vero moto collettivo nella spensieratezza più genuina: “L’Adda era il divertimento dei poveri, si era proprio in tanti, ci si divertiva con sincera allegria”, mi dice Beppo, nella sede dell’associazione Barcaioli e Lavandaie, mentre rende lucide e vibratili i verdi culmi, come avessero anche loro un’anima: “Guarda che belli!”, osserva.

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