Adesso anche la Lingua blu fa tremare gli allevatori lodigiani

MALATTIE Scoperti centinaia di focolai di “Blue tongue” nel Sud Italia e in Sardegna, è già arrivata in Oltrepò, colpisce pecore e capre ma può contagiare anche le mucche. La trasmette un moscerino che punge. Ma c’è un vaccino

Mentre si avvicina la data dell’importante vetrina zootecnica della Fiera agricola autunnale di Codogno, dove le mucche da latte sono protagoniste, ed è allarme generale per il dilagare della Peste suina, con decine di migliaia di maiali abbattuti e inceneriti perché infetti o potenzialmente tali, nell’ultima settimana Cia, Confagricoltura e Coldiretti hanno messo accenti anche nel nostro territorio sul rischio Blue tongue. Cresce l’allarme per la Lingua blu negli allevamenti italiani di pecore e di mucche, «con centinaia di focolai e migliaia di animali morti a causa della malattia che sta dilagando in Sardegna, Piemonte, Lombardia e Calabria», come specificato da Coldiretti nel suo giornale di informazione per le imprese del settore agroalimentare. La Blue tongue, esattamente come la Peste suina africana, non contagia l’uomo e non infetta carne né latte, ma è potenzialmente devastante per gli allevamenti di ruminanti. In Lombardia ad agosto un focolaio di quest cosiddetta febbre catarrale era stato riscontrato a Varzi, nell’Oltrepò Pavese, a non molte decine di chilometri dal Lodigiano, facendo scattare subito misure di contenimento tra cui la limitazione alla movimentazione degli animali e il blocco condizionato in uscita negli allevamenti ovini e bovini. Il precedente della Peste suina africana non lascia tranquilli, anche perché una diffusione a tappeto della Lingua blu sarebbe devastante per l’intera zootecnia lombarda e lodigiana. Al momento non vi sono segnali di un ampliamento delle zone di diffusione, ma la vicinanza al Pavese mette in forte allarme gli allevatori lodigiani, e costringe già ad alcune iniziative preventive come l’esclusione dalla prossima Fiera di Codogno della presenza di ovini, molto limitata negli ultimi anni. Ci sono però, nel caso della Blue tongue, elementi che inducono un cauto ottimismo, a partire dal fatto che nella stagione autunnale e invernale la malattia ha una diffusione molto minore e quasi inesistente per via dell’assenza dei moscerini, tra i principali vettori del contagio tra animale e animale. L’altro elemento positivo è il vaccino,

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