Aggressioni alle donne nel Lodigiano: «Serve subito più formazione»

L’appello L’intervento di Paola Metalla, presidente dell’associazione L’Orsa Minore

Lodi

Ancora una volta è stata questione di attimi. Una giovane donna raggiunta e colpita in mezzo a una strada dall’ennesimo ex che non accetta la fine della relazione. Ancora un trauma, una ferita difficile e lunga da sanare, fatta di choc e terrore. Di aggressioni simili a quella accaduta a Valera Fratta, giovedì sera - quando una 23enne è stata raggiunta e colpita dall’ex che non si rassegnava alla fine della storia – purtroppo sono ancora piene le pagine di cronaca, in un’emergenza senza fine.

Solo una manciata di giorni fa, a rimetterci la vita, è stata la 14enne di Afragola Martina Carbonaro, morta per mano dell’ex ragazzo Alessio Tucci. E l’allarme suona forte e chiaro anche da noi. «Siamo costernate per l’ennesima aggressione – sottolinea Paola Metalla, presidente dell’associazione L’Orsa Minore Ets che gestisce il Centro Antiviolenza di Lodi La Metà di Niente - : le telefonate sono costanti e in certi momenti aumentano anche. Si parla tanto di formazione nei confronti dei giovani, ma poi mancano i fondi. Da parte nostra abbiamo appena scritto un progetto che punta proprio sulla formazione sul territorio e speriamo che possa essere accolto, perché tanto se ne parla ma poi, dal punto di vista concreto, non si riesce davvero ad avere un cambiamento culturale se non si entra nelle scuole, se non si affronta questa tematica con i ragazzi e non li si aiuta a tirare fuori i problemi». Alcuni progetti simili di formazione sono già stati portati avanti e sono essenziali, come il progetto Educhiamo alla Parità, finanziato da Fondazione Comunitaria per lavorare sulla sensibilizzazione sin dall’infanzia. «Quest’anno siamo stati anche al Pandini-Piazza grazie all’Alaus e al Bassi e i ragazzi sono rimasti entusiasti di questo percorso che viene condotto con professioniste formate a cogliere anche eventuali segnali di violenza – continua Metalla - : i casi sono diversi, si va dalla violenza domestica a quella che sempre più riguarda anche coppie adolescenziali, con un abbassamento dell’età come si può ben vedere dalla cronaca; dalla violenza diretta agita sia fisicamente, sia psicologicamente ed economicamente a quella che passa online, perché la violenza tramite social e strumenti digitali è sempre più frequente, anche con diffusione di immagini private. Ci sono tante situazioni diverse che ci vengono presentate con richieste di aiuto». E ci sono anche casi che riguardano minori.

«In questo caso deve essere sempre attivata una collaborazione con la tutela minori, una sinergia di rete che già c’è, ma deve continuare – chiude Metalla - : stiamo ragionando in questo periodo sulla creazione di gruppi di aiuto per minori, che, dopo la violenza Cartabia, sono sempre più considerati vittime di violenza diretta in ambiti di violenza assistita perché i minori che assistono a scene di violenza hanno un terzo di probabilità di rivivere violenza, agita o subita».

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