
“Agriculture sociali 3.0”, tre giovani apicoltori in attesa del primo raccolto
LA STORIA Un anno fa l’avvio dell’esperienza per Riccardo, Camilla e Domitilla
Riccardo, Camilla e Domitilla un anno dopo: per i tre giovani che la scorsa estate hanno iniziato nello spazio di SanfereOrto il corso di formazione per apicoltori organizzato nel quadro del progetto “Agriculture sociali 3.0” (promosso dalla Fondazione comunitaria della Provincia di Lodi con il sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione di Beneficenza - Intesa San Paolo e Fondazione Peppino Vismara) è tempo di un primo bilancio. Che non per caso coincide con la “Giornata mondiale delle api” istituita dall’Onu che si celebra oggi. La voce - e per questione di spazio la “portavoce” degli altri due corsisti, Riccardo Giardina, 25 anni di Borghetto e Camilla Gatti, 31 anni di Casaletto Ceredano - è di Domitilla Missaglia, 31 anni, di Lodi, laureata in Allevamento e benessere animale alla Facoltà di Veterinaria di Lodi, attualmente occupata nell’ufficio sicurezza e ambiente di un’azienda milanese: «Siamo tutti e tre molto soddisfatti - dice -, siamo intenzionati a continuare l’attività e ad aumentare il numero delle famiglie di api, che ora sono quattro per ciascuno di noi. Il corso ci ha messo a disposizione anche un fiscalista che ci aiuterà a capire come questa attività sia compatibile con quelle che già svolgiamo. Spiace, a livello generale, che dal punto di vista ambientale il futuro sia incerto e che le api paghino le conseguenze dei cambiamenti in corso, speriamo la situazione non peggiori. Intanto pensiamo al nostro primo raccolto: avverrà a metà luglio e riguarderà il miele millefiori. Stiamo vivendo un’esperienza molto bella, e per tutto questo dobbiamo ringraziare anche il nostro tutor». Il tutor è Enrico Castelvecchio, educatore della Cooperativa sociale Il Pellicano di Vidardo (partner del progetto della Fondazione insieme alla cooperativa sociale L’Officina di Codogno, alla Fondazione Caritas Lodigiana e al Movimento lotta alla fame nel mondo) e anche apicoltore. «Il corso di formazione - spiega - si concluderà a fine giugno, ma ho già garantito ai ragazzi il mio accompagnamento fino a novembre o dicembre. Il progetto ha fornito agli allievi la strumentazione e l’attrezzatura necessarie: la speranza è che con questa attività possano integrare il proprio reddito. Se la stagione è favorevole ogni famiglia di api può fruttare 20 chili di miele, che sul mercato valgono circa 300 euro». L’ultimo appunto, nella “Giornata mondiale delle api” che pone l’accento sul tema della progressiva perdita della biodiversità nell’ambiente, riguarda la campagna lodigiana: «Siamo un deserto verde - osserva Castelvecchio -, ormai ci sono solo monoculture di mais. Mancano consistenze significative di fioriture, l’unica è la robinia. E purtroppo non tutti i comuni quando decidono di piantumare scelgono piante che servono a soddisfare le api e gli altri insetti impollinatori».
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