Carcere di Lodi, allarme sovraffollamento: «Ottanta detenuti invece di 45, ma la situazione è sotto controllo»

Il sopralluogo La commissione regionale per le carceri al termine della visita nella struttura di via Cagnola

Lodi

È un carcere cittadino senza particolari criticità, tolta quella del sovraffollamento, quello che venerdì si è presentato davanti agli occhi della commissione regionale per le carceri, in visita venerdì presso la struttura di via Cagnola guidata dalla direttrice Annalaura Confuorto.

A presiedere la commissione Alessia Villa, a Lodi con il vicepresidente Luca Paladini, Giulio Gallera, Luca Daniel Ferrazzi, Martina Sassoli e alle consigliere regionali espressioni del territorio Patrizia Baffi per Fdi e Roberta Vallacchi del Pd.

«Nel carcere di Lodi ci sono 80 detenuti a fronte di una capienza di 45 - ha fatto presente Villa all’uscita dalla struttura -. È comunque una situazione in media con quella delle altre carceri . Il fatto di essere così contenuta consente, all’interno della struttura, di poter ridurre al minimo gli eventi critici. Mi sembra buono il rapporto che i detenuti hanno con la polizia penitenziaria. Le celle di pernottamento sono in buone condizioni». La commissione è rimasta «piacevolmente colpita» anche dalle attività che vengono svolte in via Cagnola: «Si sta investendo molto sulla formazione e il reinserimento lavorativo dei detenuti, per cui si lavora a stretto contatto con associazioni e cooperative del territorio»

Con la direttrice Confuorto, ha sottolineato Baffi, «c’è stato un cambio di passo.

Nota positiva è l’interazione con il territorio, il fare rete. Bene anche la presenza di un ambulatorio odontoiatrico, così come da sottolineare è il prezioso lavoro del Sert. Dal punto di vista del personale e sanitario la direttrice ha manifestato alcune situazioni di criticità nel momento in cui il personale è chiamato a gestire emergenze, e non c’è un medico h24». Vallacchi si è detta «contenta di come viene gestito il carcere, con la direttrice Confuorto che sta facendo un eccellente lavoro anche con nuovi spazi inaugurati di recente. Sono situazioni le quali consento che all’interno del carcere si possano fare attività, percorsi di formazione e di preparazione verso l’esterno. Ottimo anche il rapporto con le cooperative e associazioni, che a loro volta contribuisco alla serenità del luogo».

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