CASTIGLIONE General Ricambi, vertice istituzionale

Tavolo in Prefettura, ieri, intanto pagati gli stipendi di giugno agli operai

La crisi dell’automotive arriva sui tavoli istituzionali. Ieri pomeriggio nell’ufficio territoriale del Governo di Lodi il prefetto Enrico Roccatagliata ha presieduto una riunione con il presidente della Provincia Fabrizio Santantonio, il sindaco di Castiglione Tino Pesatori, il segretario della Cisl Gildo Comerci, il segretario della Fim Cisl Giuseppe Rossi e la Rsa dell’azienda per discutere della delicata questione della General Ricambi di Castiglione, che ha annunciato 50 esuberi su 94 lavoratori nell’ambito di una complessa opera di riorganizzazione che dovrebbe traghettare l’azienda verso il nuovo mercato dell’automotive incentrato sull’elettrico. L’azienda ieri intanto ha pagato la mensilità arretrata di giugno ai lavoratori, come si era impegnata a fare al tavolo sindacale della settimana scorsa. General Ricambi da un paio d’anni soffre a livello di bilancio il repentino cambio del mercato della componentistica auto, che ha virato verso l’elettrico, segmento in cui l’azienda era scoperta. Da qui il piano di riconversione: cessione di un ramo d’azienda a una società collegata che svilupperà proprio la componentistica basata sull’elettrico, passaggio di 19 lavoratori a questa nuova società, proseguimento delle attività tradizionali, soprattutto di magazzino, con soli 25 addetti, con 50 licenziamenti dell’attuale forza lavoro. Il primo passaggio, la cessione del ramo d’azienda, è avvenuta, e questo ha consentito di sbloccare i pagamenti della mensilità arretrata di giugno, come l’azienda si era impegnata a fare. Per gestire la crisi, General Ricambi ha già dato disponibilità a valutare un anno di cassa integrazione, come richiesto dal sindacato, ma la procedura di mobilità collettiva ancora non è stata aperta ufficialmente. «Abbiamo esposto al tavolo la situazione, chiedendo alle istituzioni di fare rete per supportarci nel percorso che abbiamo individuato per mitigare l’impatto sociale – spiega Rossi -. Un anno di cassa integrazione ci permetterà da una parte di mantenere i livelli salariali dei lavoratori dall’altra di mettere in campo politiche di ricollocamento, anche mirate su altre aziende metalmeccaniche. Per farlo però c’è bisogno del supporto del territorio, e la risposta avuta ieri al tavolo è stata molto positiva. Pur in un contesto di crisi difficile, siamo convinti di poter attuare questo piano: l’azienda è disponibile, il territorio e le istituzioni sono pronte a supportarci, il sindacato farà la sua parte». Parte rilevante sarà quella della Provincia, cui è stato chiesto di attivare un tavolo di crisi, funzione in passato regionale oggi delegata ma mai sperimentata a Lodi, e che ha tra le funzioni delegate quella del centro per l’impiego, il cui supporto per il ricollocamento dei lavoratori potrebbe essere centrale

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