La grande siccità è alle spalle, ma il fiume Adda è in sofferenza
Lago di Como ai massimi livelli e derivazioni per uso irriguo a pieno regime, eppure il livello è basso
Il lago di Como ai massimi e le derivazioni per uso irriguo a pieno regime. La grande siccità, per ora, sembra alle spalle, ma una passeggiata lungo l’Adda, dal Belgiardino al ponte, sembrerebbe dire il contrario: il fiume in alcuni punti sembra un rigagnolo, pieno di alghe, vegetazione e massi che compaiono qua e là per il livello basso, con le sponde sporche, come al solito, per i rifiuti degli incivili, con ramaglie e alberi accatastati alle volte a monte del ponte, una fitta vegetazione come non si vedeva da tempo a valle del ponte. La grande siccità è passata. Le piogge di maggio e giugno hanno rinvigorito il sistema idrico e sia il bacino del Po sia quello dell’Adda sono usciti dallo stato di grave carenza idrica cui sembravano indirizzati ad aprile. Oggi il Consorzio Muzza deriva al 100 per cento, e l’acqua nei campi non manca. Il livello del lago di Como, da cui dipende tutto il sistema dell’Adda, è ai livelli massimi, oltre i 90 centimetri di idrometro ieri. «Al momento tutti gli indicatori sono positivi, e l’acqua non manca – dice il presidente del Consorzio Muzza Ettore Grecchi -. È bene usare prudenza, ma c’è un cauto ottimismo sull’andamento della stagione: se ce l’abbiamo fatta l’anno scorso in condizioni drammatiche, quest’anno sembra tutto più semplice». Il sistema irriguo del Muzza preleva acqua dall’Adda e all’Adda poi la restituisce, il lago di Como non ha problemi, le piogge sono state intense nelle passate settimane. Eppure, l’Adda a Lodi sembra in sofferenza. Ne sa qualcosa anche il Comune, che per Lodi al Sole avrebbe volentieri programmato qualche evento di navigazione sul fiume. «Ma al momento siamo in attesa di capire se i livelli lo consentiranno, a oggi non sembrano esserci le condizioni», dice l’assessore di Lodi Francesco Milanesi. Il fiume è basso, infatti. Basta un colpo d’occhio per capirlo. Ed è un colpo d’occhio desolato: dal Belgiardino le chiazze di alghe in superficie sono numerose e fitte (un fenomeno riscontrato anche nei canali, al quale pure gli esperti non sanno dare una spiegazione certa e immediata, visto che le temperature finora non sono state fuori norma). In compenso, le piogge hanno fatto crescere le piante alla base del ponte, tanto da ricreare un boschetto ai piedi dei piloni. Qua e là, poi, massi emergono sopra il pelo dell’acqua, conferma visiva del basso livello del fiume. Forse è solo un caso dovuto alla combinazione momentanea di diversi fattori, e tra una settimana l’acqua si sarà alzata, il fiume navigabile. È quello che sperano i lodigiani.
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