LODI «Con lo stop al superbonus si rischia il crollo dell’edilizia»
La presidente della Confartigianato Sabrina Baronio lancia l’allarme dopo la decisione di annullare le agevolazioni fiscali
Stop improvviso alla cessione del credito e nessuna soluzione per i crediti acquisiti in passato e ancora in pancia alle imprese, si rischia il crollo dell’edilizia e dell’intera filiera, con ripercussioni anche territoriali potenzialmente molto dannose. «Norma sbagliata fin dall’inizio, ma questa non è la soluzione perché aumenta le difficoltà invece che risolverle», dice Sabrina Baronio, presidente di Confartigianato della Provincia di Lodi e membro di giunta nazionale di Anaepa Confartigianato, la categoria degli edili. C’è un dato che spiega la storia del Superbonus 110 per cento in meno di tre anni di vita della norma. Le modifiche apportate alla prima scrittura della norma sono state 224. «La norma era sbagliata fin dal principio, perché ha agevolato troppo una parte e ha innescato una speculazione finanziaria abnorme – dice Sabrina Baronio -. Da tempo noi chiediamo modifiche certe e durature per trovare una soluzione di medio-lungo periodo. Quello che si propone oggi invece è uno stop brusco che non risolve alcun problema, anzi ne crea di nuovi. Si leggono critiche per quanto è costato il Superbonus, ma le agevolazioni hanno contribuito alla crescita del Pil per almeno 2 punti, e lo stato ha guadagnato in termini di Iva, Irpef e occupazione cifre che il settore non avrebbe potuto sviluppare senza queste agevolazioni». Ora lo stop alla cessione del credito mette a rischio molte imprese. «Purtroppo prevediamo un contraccolpo enorme in termini di lavoro futuro, e questo significa bloccare all’improvviso tutto il comparto dell’edilizia e anche tutta la filiera che ci gira attorno, le altre imprese e tutto il mondo artigiano – prosegue Sabrina Baronio -. Credo andremo verso la chiusura di diverse imprese e verso un massiccio ricorso alla cassa integrazione, e anche diversi committenti ora rischiano di dover pagare di tasca propria lavori che pensavano di poter eseguire con la cessione del credito. E questo è solo un pezzo del problema, e forse nemmeno quello più grave». Quello «più grave» è la mancata soluzione alla cessione del credito che le imprese hanno in pancia, per i lavori già eseguiti in regime di Superbonus. «Le banche non acquistano più da mesi, le società a partecipazione pubblica sono impossibilitate a farlo, persino le amministrazioni pubbliche che si erano dichiarate disponibili a intervenire sono state fermate – conclude Sabrina Baronio -. Le imprese hanno crediti in pancia per milioni di euro, ma con i crediti non si pagano gli stipendi né i fornitori. Stiamo andando incontro a una crisi di liquidità enorme: aziende sane, che hanno lavorato e maturato crediti importanti, rischiano di trovarsi impossibilitati a operare perché non c’è liquidità. E con lo stop improvviso e drastico, anche le prospettive di lavoro futuro vengono meno. Questa rischia di essere una mina piazzata sotto l’economia e la crescita del Paese. E anche nel Lodigiano gli effetti potrebbero essere devastanti».
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