LODI La verità del Covid affidata ai numeri
A tre anni dall’esplosione della pandemia nel Lodigiano oltre 91mila sono stati i positivi e ben 1247 le persone decedute
«Scatta il protocollo Coronavirus per un 37enne in rianimazione». Così titolava il «Cittadino» nell’edizione in edicola il 21 febbraio 2020, tre anni fa esatti. Era l’unico giornale cartaceo in Italia, e nel mondo, a riportare la notizia grazie a un servizio di Cristina Vercellone, che la sera prima aveva intercettato la fibrillazione dell’ospedale di Codogno per quello che sembrava il primo caso italiano del virus Sars Cov-2. Nella notte arrivò poi la conferma, rilanciata quindi da tutti i Tg e i siti Web. In Regione Lombardia scattava il dispositivo di unità di crisi, con i casi che salivano di decine in decine, di centinaia in centinaia. Era l’inizio della pandemia, con la zona rossa nella Bassa, la diffusione in Italia e nel mondo. Oggi il pubblico quasi non vuole nemmeno più sentire parlare di Covid, ma quello che si è vissuto passerà nei libri di storia, dal primo lockdown nella storia moderna dalle società occidentali alle fila di camion militari colmi di morti in uscita dalle città. Per il Lodigiano ha rappresentato anche l’arrivo dell’allora premier Giuseppe Conte a Lodi e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Codogno.
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