LODI Liste d’attesa, l’opposizione in Regione: «Non c’è trasparenza: manca ancora l’agenda unica al Cup»

Sanità La denuncia del Partito democratico in provincia di Lodi

Tempi di attesa, Regione Lombardia sotto accusa per la mancanza di trasparenza. Il dato emerge dall’analisi della fondazione Gimbe guidata dal presidente Nino Cartabellotta. «Sono notevoli le differenze tra le Regioni nella rendicontazione dei tempi di attesa - spiega la fondazione Gimbe in una nota -. Soltanto 6 Regioni svettano per la trasparenza e completezza delle informazioni sui tempi di attesa presenti nei loro siti web e sulla semplicità e accessibilità delle modalità di prenotazioni nei siti Cup regionali: sono la provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Sono state escluse dall’analisi invece: Basilicata, Campania e Lombardia perché non dispongono di un portale unico con i dati del monitoraggio ex-ante, ma rimandano ai siti delle singole aziende sanitarie; Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento e Sicilia in quanto, pur avendo un portale regionale unico, per il monitoraggio ex-ante riportano solo il dato storico».

Quello della trasparenza e dell’accessibilità delle prenotazioni al Cup è un tema sul quale è tornata a riflettere, proprio in base allo studio di Gimbe, la consigliera regionale del Partito democratico Roberta Vallacchi. «La Lombardia non è tra le regioni più trasparenti sulla sanità, come rivelato dal Gimbe - denuncia -.Di fronte a tempi d’attesa che continuano ad aumentare per molte prestazioni, la trasparenza è fondamentale ed è inaccettabile che, mentre altre regioni si impegnano a rendere i dati accessibili e chiari per i cittadini, la Lombardia non sia ancora in grado di farlo. E purtroppo lo stesso assessore Guido Bertolaso, ieri in commissione sanità, non ci ha affatto rassicurati». Bertolaso era stato convocato in commissione, proprio per approfondire il tema delle liste d’attesa e del Cup come sistema centralizzato per prenotare le prestazioni sanitarie.

«Bertolaso ha sottolineato che è aumentato il numero delle prestazioni sanitarie erogate, ma si sono allungati i tempi medi d’attesa ed è diminuita la percentuale di quelle che sono erogate entro i tempi stabiliti dalle prescrizioni– fa sapere Vallacchi -. Questo significa che, come del resto continuano a denunciare cittadini e i media, non è cambiato ancora nulla e i lombardi continuano a pagare di tasca propria quanto dovrebbe essere garantito dal servizio sanitario, escludendo dall’accesso alle cure nei tempi necessari chi non ha la disponibilità economica per rivolgersi al privato. Quanto al Cup unico lo stesso assessore ammette l’incredibile difficoltà nel mettere in piedi il centro di prenotazione unico annunciato da anni e continuamente rimandato. Una gestione integrata delle agende di prenotazione favorirebbe l’accessibilità dell’assistenza e la riduzione dei tempi di attesa. Rivolgendosi al Cup unico i cittadini potrebbero conoscere le disponibilità nelle strutture di tutta la regione pubbliche e private convenzionate, mentre ora le agende del privato convenzionato non sono disponibili e i sistemi informatici delle Asst non si parlano. Purtroppo, nonostante gli impegni e le promesse, la Lombardia continua a dimostrare la sua incapacità di risolvere problemi che si trascinano da anni».

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