LODI Morì in un campo nazista, una pietra d’inciampo per ricordare Gianfranco Lupatini

È stata posara in piazza Castello, in occasione della Giornata dell’internato

Dopo quelle posate in via Ottone Morena, corso Archinti, all’Ospedale Vecchio e in piazza Castello, Lodi si arricchisce di un altro pezzo di memoria con la pietra di inciampo in ricordo di Gianfranco Lupatini collocata domenica mattina anch’essa in piazza Castello. La domenica, primo giorno d’autunno, è stata dedicata alla Giornata dell’Internato Lodigiano e in particolare a far rivivere la storia di Lupatini, lodigiano morto nel 1944 in un campo di concentramento nazista. Alla cerimonia, condotta dallo storico e giornalista Ferruccio Pallavera, ha preso parte il prefetto Enrico Roccatagliata, che nel suo discorso ha voluto rendere omaggio agli internati militari italiani «che con la loro azione hanno indirizzato le vicende belliche verso la democrazia» ricordando come «le pietre d’inciampo servono a superare gli ostacoli che impediscono una completa conoscenza della storia recente». Quindi a prendere la parola è stato il vescovo Maurizio: «La pietra d’inciampo costituisce un richiamo biblico ed evangelico di alto rilievo, perché colui che ha dato sé stesso fino alla croce per la pace di tutti era stato ritenuto pietra di inciampo, ma con la Pasqua è diventato testata d’angolo, ossia sicurezza di tutti». Presente anche la vicesindaca di Lodi Laura Tagliaferri: «Questa è la quinta pietra d’inciampo posata nella nostra città in pochi anni. Ricordo anche la lapide in Broletto in memoria degli internati militari, e l’intitolazione di una via ad una partigiana. Sono tutte iniziative che contribuiscono a scolpire nella pietra quelle vicende in cui, altrimenti, non sarebbe più possibile inciampare una volta scomparse le testimonianze reali di chi ha vissuto direttamente quel periodo. Un inciampo che, però, deve essere gesto attivo, e non passivo. Grazie quindi all’Anei che sta portando avanti l’opera di recupero del racconto corale, e locale, della lotta al nazifascismo e alla resistenza». Proprio l’Anei, pochi minuti prima, alle 9.30, ha posto una corona alla lapide in Broletto in omaggio degli internati militari lodigiani

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