Lodi: operaio senza cintura di sicurezza morì sul furgone, condannato il conducente
LAVORI FERROVIARI La ditta era arrivata dalla Campania per lavori sulla rete di Ferrovie Nord e alloggiava in città, l’incidente nell’agosto del 2019
Il capoturno non concede il riposo all’operaio designato come autista, e nelle ore notturne precedenti al rientro da Lodi a Napoli fa lavorare anche lui alla posa di nuovi binari per Ferrovie Nord sulla tratta destinata alla linea S2 tra Milano - Bovisa e Seveso: questa, nella sentenza ormai definitiva, una delle concause del grave incidente stradale che la mattina del 31 agosto del 2019 era costato la vita a Michele Crisci, 54 anni, di Maddaloni (Caserta), uno dei sei operai trasfertisti che viaggiavano su un furgone che si era schiantato contro il guard rail all’ingresso di una piazzola di sosta dell’A1 presso Scandicci (Firenze). Erano partiti alle 4.45 da Lodi su un Ford Transit noleggiato dal loro datore di lavoro, e che peraltro, scoprirà poi la polizia stradale, montava pneumatici non conformi al mezzo. La causa dell’incidente, concordano le sentenze dal primo grado alla Cassazione, era stato un colpo di sonno del conducente, un uomo oggi 53enne, di Napoli, che è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione per omicidio stradale ma anche a due anni di sospensione della patente. La squadra era in trasferta al Nord per fare manutenzione ai binari nell’area di Milano e i sei operai alloggiavano tutti assieme a Lodi. Come avviene spesso in ferrovia, i lavori erano da svolgere di notte, dalle 23 alle 3.30. Avvicinandosi il fine settimana, gli operai sarebbero dovuti poi rientrare dalle loro famiglie al Sud.
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