LODI Poca sicurezza per bici e pedoni, critiche sulla “Zona 20” in centro introdotta 12 anni fa
I residenti si lamentano per la mancanza di marciapiedi e la disposizione dei parcheggi nelle vie Magenta, Battagio, Santa Maria del Sole e Solferino
In via Fanfulla, appena oltre l’imbocco da via Lodino, l’indicazione a terra è realizzata con cubetti in porfido di diverso colore, incastonati nella pavimentazione. E per forza di cose resiste immutata. Le altre indicazioni invece, a poco meno di 12 anni dopo l’introduzione delle regole per rendere il reticolo di vie in pieno centro storico a misura di pedoni, in più punti sono danneggiate. Tra pezzi mancanti e anche le tracce di scavi di trincee per lavori ai sottoservizi. Mentre infuria il dibattito politico locale e nazionale sulle città 30, partito dalla scelta di una città come Bologna finita nel mirino dei rilievi del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, siamo andati a vedere quello che a Lodi esiste già, come la zona 20 o a precedenza pedonale in pieno centro storico, tra palazzi di pregio e sedi di servizi, dalla Biblioteca Laudense, all’ex Cavallerizza a Palazzo San Cristoforo. Una scelta che non è arrivata ieri. Il progetto è datato 2012, con l’obiettivo di dar vita ad un’oasi a precedenza pedonale nelle vie Fanfulla, Callisto Piazza, Santa Maria del Sole, Benedetti, Battagio, Solferino e Magenta. Una zona caratterizzata sì dal limite di velocità a 20 chilometri orari, ma anche da una serie di accorgimenti nell’organizzazione degli spazi urbani.
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