Lodi, trasformazione del Linificio: una sfida che si gioca sui conti
Per l’opificio della cultura si pensa a una Fondazione e al coinvolgimento delle realtà territoriali
Il ritornello della politica, questa volta unanime, è che la sfida va vinta, anche perché non ci sono alternative. E un piano B al momento non è contemplato. I conti e la governance dell’ex Linificio di piazzale Forni da trasformare in Opificio della cultura passa il primo esame della politica, lunedì pomeriggio in Commissione affari generali e istituzionali, dove il consulente Andrea Cancellato ha fatto un quadro del business plan ipotetico (3 milioni di euro le spese annue previste) e per la governance da garantire con una Fondazione di partecipazione, con adesione, come soci fondatori, di più soggetti pubblici (Comune, Regione, ministero della Cultura e Camera di commercio). Un plauso alla modalità partecipativa messa in atto per il progetto con gli Stati generali della cultura dai banchi della maggioranza, espressa ieri dai gruppi, ora però bisogna continuare a correre perché marzo 2026 - fine stimata dei cantieri in partenza a gennaio 2024 - è dietro l’angolo.
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