
Lungo Adda a Lodi, residenti esasperati: «Non siamo più liberi di uscire»
LA PROTESTA Risse e spaccio: «Era un luogo bellissimo frequentato dalle famiglie, ora solo pusher e gente che usa il parco come una latrina»
«La vede la scala? Scendono da lì e poi proseguono lungo l’argine, in questo passaggio con le pietre. Quando passa la polizia si nascondono dietro la vegetazione e arrivano sotto il ponte, sull’argine, e dall’altra parte». Sul tratto lungo il fiume che sbuca poi in Piarda Ferrari. «Qui si stava bene una volta, era un luogo bellissimo, si vedevano le famiglie a passeggio con i bambini lungo il fiume: adesso non c’è più nessuno. Ci sono solo questi gruppi di stranieri che si ritrovano qui e c’è da aver paura, tra risse e accoltellamenti. Bisogna far qualcosa, perché noi non siamo più liberi di uscire». Di fronte al fiume che scorre placido davanti ai loro occhi, le parole dei residenti escono invece come una piena.
È dal Lungo Adda che arriva la richiesta di aiuto di residenti, disposti anche ad avviare una raccolta di firme, perché qualcosa cambi. Non se la sentono, per paura principalmente, di metterci nome e cognome, ma vogliono che il messaggio arrivi comunque a chi ha la possibilità di intervenire. Parlano davanti alla scala che conduce all’argine all’inizio di via Lungo Adda Bonaparte, a pochi passi dal ponte. «Le scritte sono fresche fresche (
una inneggia al terrorista e anarchico Alfredo Cospito
, ndr), le hanno fatte nei giorni scorsi in uno dei ritrovi - raccontano ancora - : una volta tutto questo verde spontaneo sul fiume non c’era e la visuale era sgombra. Non c’era modo di nascondersi: ora invece quel luogo è diventato un rifugio perfetto. Le sembra normale poi che alle 1.30-2 del mattino, si vedano auto che, dall’altra parte del fiume, usano i fari per lanciare segnali? E poi si avvertono movimenti e spostamenti da questa parte? È normale pensare che sia un segnale per lo spaccio». Secondo i residenti, poi, lo spazio sotto il ponte che collega via Lungo Adda e via Mattei è uno dei punti più critici. «Servono controlli mirati costanti, anche di agenti in borghese - proseguono - e vanno puliti gli argini per ragioni di sicurezza. Anche al parco delle Lavandaie non va meglio: l’altro giorno c’erano diverse persone che si lavavano». La presenza di gruppi di persone che stazionano a tutte le ore è uno dei motivi di allarme. «È inevitabile avere paura quando ti senti osservato anche solo andando a buttare la spazzatura - rileva un’altra donna - : i fatti che sono accaduti, e in particolare l’accoltellamento, non aiutano certo. Anche davanti alla chiesa del Borgo ci sono sempre gruppi di persone e vedere chi usa la strada come servizio igienico non è bello».
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