Omicidio Bolzoni, portafogli e telefono della vittima trovati lungo via Precacesa VIDEO

LODI Erano in un cespuglio fra la strada e la roggia, di fronte alla casa di Gianì

Le perlustrazioni erano iniziate nel pomeriggio di mercoledì ma, complice l’acqua alta circa un metro, non si era potuto fare granché. Giovedì mattina, contattato il Consorzio Muzza, il livello del canale che scorre di fianco a via Martin Lutero è stato fatto calare. E così le operazioni per scandagliare l’alveo alla ricerca di possibili indizi riconducibili al delitto Bolzoni sono potute entrare nel vivo. Quello che si cercava, però, non è stato trovato in acqua, ma in un marcio ceppo di legno sulla riva, a pochissimi passi dal “palazzo delle poste” di via Bay dove, prima di essere portato in carcere, risiedeva il 29enne Andrea Gianì, uno degli indiziati per l’omicidio del 60enne Roberto Bolzoni, deceduto tra domenica e lunedì della scorsa settimana dopo aver ricevuto 35 coltellate e trovato esanime nella sua auto parcheggiata in piazza Omegna. Carabinieri e vigili del fuoco hanno infatti rinvenuto, all’interno del ceppo, alcuni effetti personali riconducibili con molta probabilità a Bolzoni, e nello specifico un cellulare e un portafoglio. Rimarrebbe però il giallo sull’arma impiegata per il crimine.

Omicidio Roberto Bolzoni, le ricerche nel canale. Video di Alexandru Ploiesteanu

Alla vittima del delitto per cui sono stati fermati Gianì e lo zio di 48 anni Roberto Zuccotti, che risiedeva a Crespiatica ma che frequentava anche via Bay, erano infatti stati sottratti alcuni oggetti tra cui un anello, una collanina e, appunto, il cellulare e il portafoglio. Le operazioni dei carabinieri del comando provinciale di Lodi, supportati dai vigili del fuoco del comando locale, sono iniziate attorno alle ore 9 di ieri, dopo che il Consorzio Muzza ha permesso di ridurre la portata del corso d’acqua. I vigili del fuoco sono scesi all’interno dell’alveo utilizzando strumenti per scandagliare il letto del corso d’acqua e altri utensili per la raccolta di materiale potenzialmente d’interesse. Nel mentre l’attività dei carabinieri proseguiva sulla riva. Dopo quasi un’ora di ricerca ecco il frutto di tanto lavoro.

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Infilati in un ceppo d’albero situato tra via Martin Lutero e un vialetto d’accesso al retro del Medical Center e a Casa Betania c’erano gli oggetti la cui proprietà sarebbe da ricondurre a Bolzoni. Subito i carabinieri hanno allertato i loro colleghi del nucleo investigativo, immediatamente arrivati in via Lutero per dare man forte nelle ricerche, proseguite delimitando la zona e perlustrando di nuovo l’area attorno al ceppo anche con l’uso del metal-detector. Ritenutisi soddisfatti per la scoperta, verso le ore 11 i vigili del fuoco e i militari sono ritornati ai rispettivi comandi. Mentre le operazioni di ricerca e scandaglio andavano avanti numerosi sono stati i curiosi che, passando dalla via, si sono domandati il perché della presenza di pantere dei carabinieri e mezzi dei pompieri. Tra questi un signore che abita nello stesso complesso di Gianì: «Conoscevo sua mamma, sì, lui soltanto di vista. Ho capito che era successo qualcosa quando tra venerdì e sabato scorsi ho visto le forze dell’ordine che entravano in casa sua. Però non ricordo se nei giorni prima ci siano stati degli strani movimenti attorno a questo ceppo di legno. A me non è sembrato».

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