Sanità in lutto, se n’è andato a 62 anni Celeste Zagheno: «Non so quanta strada avrò ancora da fare - aveva detto -, ma sono un uomo felice»

LODI Era una delle colonne del servizio dipendenze, sempre in campo contro il disagio giovanile

Lodi

Se n’è andato, ieri sera a 62 anni, all’ospedale di Crema, Celeste Zagheno, padre dei servizi rivolti ai giovani in difficoltà. L’uomo, educatore professionale e coordinatore degli educatori nell’ambito delle dipendenze, aveva scoperto di essere ammalato dallo scorso novembre. Da allora però non ha mai perso il sorriso e nemmeno la voglia di lavorare, anche se da remoto, con i suoi colleghi. «Non so quanta strada avrò ancora da fare, ma sono un uomo felice», aveva detto due giorni fa con un messaggio telefonico alla dottoressa Concettina Varango, direttrice del servizio dell’Asst di Lodi.

Papà di due figli di 18 e 15 anni, vedovo da oltre 10 anni, dopo aver lavorato nell’ambito della salute mentale, da oltre 30 anni faceva parte del dipartimento dipendenze. «Era la colonna portante del nostro servizio - commenta la dottoressa Varango - e di tutte le attività legate agli adolescenti, soprattutto spazio Arancione e Jungle, la chat per i giovani moderata dai giovani. Era stato lui l’ideatore. Referente delle attività connesse alle scuole non si tirava mai indietro quando i ragazzi avevano bisogno di lui e lo chiamavano in classe per situazioni particolari o a fare sensibilizzazione. Numerosi sono stati gli interventi anche nei comuni e negli oratori per affrontare con le persone il tema delle sostanze e del disagio».

Zagheno era stato uno dei primi a promuovere i flash mob nelle piazze sul fenomeno delle dipendenze. La sua filosofia per convincere i giovani non era quella di dire ai giovani cosa non dovevano fare, ma al contrario proponeva messaggi positivi e alternative concrete che entravano naturalmente in contrasto con le dipendenze.

«Era consapevole di essere al termine - ricorda ancora Varango -, ma in queste ultime ore ha voluto dirci che ci voleva bene. Ha voluto che i suoi colleghi, attuali e passati, quelli con i quali era più a contatto, andassero a trovarlo, per salutarli. Eravamo molto legati, questa cosa mi ha sconvolta. Celeste era sempre stato vicino ai sofferenti, era un uomo profondo, con dei valori saldi. Sempre positivo e propositivo con i ragazzi». L’affetto per lui e il suo esempio rimarranno per sempre.

La data dei funerali deve essere ancora fissata.

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