Torna lo scudocrociato, provincia di Lodi riempita di manifesti

POLITICA Maxi cartelloni con il simbolo “Libertas” della Democrazia cristiana affissi a Lodi e nella Bassa

Lodi

I più maturi e gli anziani avranno avuto un colpo al cuore, i più giovani forse l’avranno scambiato per l’immagine del gagliardetto di qualche squadra di calcio o altro sport, magari dopo una retrocessione, visto il messaggio che l’accompagna: «Ci vediamo presto». Ed effettivamente sembra proprio la promessa del ritorno nella serie A della politica, anche se al momento non sembra molto di più di un proclamo estivo, di quelli che si fanno a mercato dei giocatori ancora aperto. Il campionato poi è un’altra storia, ma per quello ci sarà tempo. Chi ci sia dietro quel grande manifesto con lo scudocrociato in bella vista apparso in alcune vie della città fra cui viale Milano, via Cavallotti e Serravalle, è un mistero ( i cartelli sono comparsi anche nella Bassa Lodigiana).

Ma come? Potrebbe chiedere stupito chi votava già 30 anni fa o più. Eppure, è proprio così: non è facile capirlo. Perché si fa presto a dire Democrazia cristiana. Già. Ma quale Democrazia cristiana? La Balena bianca, protagonista di 50 anni di storia della Repubblica Italiana e culla di tanti statisti e politici, molti dei quali ancora in circolazione sotto mentite spoglie in altri partiti, si è sciolta nel 1994, travolta da tangentopoli e da un mondo che cambiava per sempre. Da allora, i tentativi di ricostituirla sono stati innumerevoli, tra chi si professava custode della vera tradizione scudocrociata, chi dichiarava di possederne logo e nome, chi semplicemente vi si ispirava. Wikipedia, per dire, conta ben 17 formazioni dal 1994 a oggi, nate, aggregate, sciolte.

Qualcuna passa anche per il Lodigiano, con Cristian Segreto di Boffalora portavoce dell’Unione di Centro di Cesa (che dovrebbe detenere il marchio), Francesca Vecchini di Zelo nominata due mesi fa segretario nazionale del Movimento femminile della Democrazia cristiana di Angelo Sandri. Ma per il nostro mistero, nemmeno il simbolo aiuta, perché è diverso sia da Democrazia cristiana, sia da Democrazia cristiana storica, sia da Nuova democrazia cristiana, per non dire di quello in uso 40 anni fa. Questi gruppi del resto (e almeno altri tre) da anni dialogano per unificarsi, tra un passo avanti e due indietro. E allora forse il manifesto sta proprio a dire che presto non ci saranno più tante democrazie cristiane, ma una sola. Se ce ne sia bisogno, non si sa. Di certo, per molti, tornare indietro di 30 anni e passa non sarebbe da buttare

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