CARPIANO L’Equipe 84, Mogol, Battisti e Celentano: quanti vip della musica impararono a cavalcare a cascina Longora
La storia incredibile del maneggio che negli anni Sessanta divenne punto di riferimento dei cantautori
«Non appena vide Lucio Battisti, papà gli chiese di tagliarsi i capelli: partì da Carpiano il mitico viaggio a cavallo verso Roma con l’amico-paroliere Mogol, durante il quale nacque “Emozioni”, il brano più famoso del celebre cantautore». Tra ricordi inediti ed episodi divertenti, il generale Jean Marie Moyersoen descrive così i mille aneddoti di cascina Longora, dove tra gli anni Sessanta e Settanta i grandi personaggi dell’epoca si ritrovavano per imparare a cavalcare. «Tutto merito di papà Albert (1926-2021), che è sempre stato animato da una straordinaria passione per i cavalli, tanto da aver dato vita ad una collezione unica nel suo genere - racconta il figlio Jean Marie -. Con la perdurante crisi petrolifera, alla fine degli anni Sessanta tornò di moda l’equitazione, che ci vide giocare un ruolo da protagonisti. I primi a farci visita furono gli Equipe 84, che però papà non riconobbe. “Albert del 26”, rispose con il suo anno di nascita quando uno di loro si presentò dicendo “Piacere, Victor dell’Equipe 84”. Con un lungo impermeabile scuro, qualche tempo dopo fece tappa Adriano Celentano per imparare a cavalcare, ma alla fine non se ne fece nulla». Risale invece al 1970 l’arrivo a cascina Longora di Mogol e Battisti, che qualche mese dopo avrebbero affrontato lo storico viaggio a cavallo verso la capitale. «Io avevo solo 11 anni, ma ricordo tutto come se fosse ieri - continua Jean Marie -. Per prima cosa papà chiese a Battisti di tagliarsi la folta chioma, per la quale sarebbe servita una pulizia speciale al termine della giornata trascorsa in mezzo alla natura anche a contatto di paglia e fieno. Tutto questo avrebbe sottratto tempo alla cura dei cavalli, il cui benessere doveva essere la priorità». In un primo tempo Battisti era un po’ titubante, ma dopo qualche settimana si presentò con i capelli cortissimi. «Tenute dai miei fratelli Francesca e Filippo, iniziarono così le lezioni di equitazione nelle campagne di Carpiano, dove in un paio di mesi Battisti e Mogol diventarono cavallerizzi provetti - ricorda ancora Moyersoen -. Ai primi di giugno partirono per Roma in sella a Pinto e Ribatejo, i due stalloni portoghesi che vennero scelti appositamente per loro. Nei primi giorni li seguì Filippo, mentre per l’intero tragitto li accompagnò il veterinario e mio futuro cognato Milo Luxardo, che li precedeva su una Land Rover con tanto di roulotte e preparava la cena con il bivacco notturno dei cavalli». Dopo tre settimane in giro per l’Italia, Battisti e Mogol arrivarono finalmente a Roma, dove ad attenderli c’era il barone Moyersoen. «”Come stanno Pinto e Ribatejo?”, chiese papà prima ancora di incrociarne gli sguardi - conclude sorridendo Jean Marie -. “Loro stanno bene - risposero stizziti -: noi siamo stravolti, ma lei pensa sempre e solo ai cavalli”. Qualche anno dopo Mogol ci donò una splendida sella, che conserviamo nella collezione di cascina Longora, dove un’apposita sezione è naturalmente dedicata a quell’epico viaggio partito da Carpiano».
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