MELEGNANO Blocco del traffico in via Castellini: i disagi andranno avanti due mesi
Da mercoledì mattina Misura introdotta per il rischio crollo di uno stabile
A Melegnano arriva la chiusura per la centralissima via Castellini, dove «è a rischio crollo» lo stabile in preda al degrado all’angolo con via Bascapè, che mercoledì mattina è stato completamente transennato per garantire le condizioni di massima sicurezza. «È quanto richiesto dalla Ctu (Consulenza tecnica d’ufficio), secondo la quale è a rischio crollo l’edificio all’angolo tra le vie Castellini e Bascapè - chiarisce il sindaco Vito Bellomo -. Si spiega così la chiusura della strada per un paio di mesi sino alla sentenza del Consiglio di Stato, che a metà febbraio deciderà il da farsi. Comprendo i disagi dei cittadini, ma diventa basilare assicurare la sicurezza in attesa della definizione del contenzioso». Sempre mercoledì la proprietà ha transennato lo stabile in condizioni degradate all’angolo tra le vie Bascapè e Castellini, dove è rimasto aperto solo un piccolo passaggio destinato al transito dei pedoni. Per un paio di mesi sarà invece off limits il traffico veicolare nelle vie Bascapè e Castellini dal numero civico 63 all’incrocio con via Conciliazione, dove per i soli residenti e gli aventi diritto verranno istituiti i doppi sensi di circolazione. La querelle si trascina senza soluzione da qualche anno quando, ipotizzando che una parte potesse risalire al 1600, la Soprintendenza ha posto il vincolo sull’edificio degradato tra le vie Castellini e Bascapè. Tutto questo rendeva impossibile qualsiasi ipotesi di abbattimento, come invece richiesto dalla proprietà, secondo la quale non esistono elementi di carattere storico. Il proprietario ha quindi presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale, che ha annullato il vincolo posto dalla Soprintendenza. In rappresentanza della Soprintendenza, a fine 2023 il ministero della Cultura ha infine depositato il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. La palla è adesso nelle mani del Consiglio di Stato, che a metà febbraio sarà chiamato a sbrogliare definitivamente l’intricata matassa.
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