Melegnano, il capo dei vigili condannato per un appalto del 2015 a Milano

SENTENZA Per Antonio Barbato due anni e due mesi nell’appello bis ma può continuare a fare il suo lavoro

Lodi

«Il fatto non sussiste, faremo ricorso in Cassazione, nel frattempo continuerà la mia attività a Melegnano». Ieri il dirigente della polizia locale Antonio Barbato ha accolto così la sentenza della Corte d’appello di Milano, che l’ha condannato a 2 anni e 2 mesi per una vicenda avvenuta quando lavorava nella polizia locale di Milano. Tutto questo dopo che nel novembre 2023 la Cassazione aveva annullato, con rinvio, la precedente assoluzione in secondo grado di giudizio.

«È un ping pong giudiziario che si trascina da 4 anni - ha detto il 62enne Barbato -. Adesso la Corte d’appello ha dimezzato la pena, che inizialmente era di 3 anni e 9 mesi. Siamo quindi parzialmente soddisfatti, ma non sussistono in alcun modo i fatti di cui sono ritenuto responsabile». Nasce da qui la presa di posizione dell’ex comandante della polizia locale di Milano, che dal marzo 2024 è responsabile degli agenti della città sul Lambro. «Dopo aver letto le motivazioni della sentenza pronunciata in questi giorni, presenteremo ricorso alla Cassazione per accertare la definitiva verità dei fatti e dunque la mia totale estraneità a quanto mi viene contestato - sono state ancora le sue parole ieri pomeriggio -. L’attività a Melegnano non subirà alcun tipo di mutamento. Contrariamente alla pronuncia degli anni scorsi, la sentenza di questi giorni non contempla in alcun modo l’interdizione dai pubblici uffici - ha ribadito Barbato -. Ecco perché continuerà senza nessuna interruzione il mio servizio per la comunità locale».

In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, al momento il sindaco Vito Bellomo non rilascia alcun commento. Anche perché la pronuncia della Corte d’appello potrebbe essere oggetto di ulteriore impugnazione in Cassazione. Le accuse mosse a Barbato riguardano presunte irregolarità nella campagna nazionale sulla sicurezza stradale varata nel 2015 dalla polizia locale di Milano, dove all’epoca lavorava l’attuale dirigente della polizia locale di Melegnano. Dopo la condanna a 3 anni e 9 mesi in primo grado e l’assoluzione in appello, un anno fa la Cassazione ha deciso di riaprire il processo. Il resto è storia di questi giorni, quando si preannuncia un nuovo braccio di ferro in sede giudiziaria.

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