PAULLO Allarme conti per il municipio, pesa la crisi della società Spm

Ok con riserva al bilancio, preoccupazione su gestione corrente e investimenti

Via libera ai conti del Comune, ma con riserva. È in estrema sintesi il parere del revisore dei conti, che richiede un piano economico/finanziario sostenibile, entro la data del 30 settembre per affrontare la crisi di Spm (Società Paullese Multiservizi), l’azienda speciale del Comune. La relazione del revisore mette in luce come gli equilibri generali di bilancio e di finanza pubblica, stabiliti inizialmente con l’approvazione del bilancio di previsione, siano stati mantenuti. Tuttavia, emergono preoccupazioni specifiche legate alla gestione corrente e agli investimenti, coperti dall’avanzo di amministrazione e da entrate straordinarie. Il cuore pulsante della problematica risiede nella società partecipata Spm. Il progetto del bilancio prevede una perdita di quasi 360mila euro, «il 265 per cento rispetto all’anno precedente, quando la perdita è stata 134.211» fa presente il revisore.

Questo dato allarmante potrebbe non essere «copribile con le riserve esistenti», rendendo necessarie misure drastiche. La situazione appare ancora più critica alla luce del timore che perdite simili possano ripetersi nel corso dell’anno corrente. Il revisore sottolinea la necessità di «monitorare attentamente queste perdite» attraverso un aggiornamento contabile infrannuale, pena l’obbligo di incremento dei fondi di accantonamento. Il comune ha già “congelato” prudentemente tutto l’avanzo disponibile, pari a 50.822,86 euro, ma questo potrebbe non essere sufficiente. Inoltre, manca ancora un piano economico-finanziario per il futuro della Spm srl. Una situazione di crisi aggravata dalla gestione degli impianti sportivi e del servizio mensa. Alla luce di queste considerazioni, il revisore dei conti esprime «un parere favorevole condizionato», vincolato alla presentazione di una situazione contabile aggiornata. Solo allora, l’ente potrà deliberare i provvedimenti necessari per garantire la sostenibilità della società partecipata, sia attraverso la «dismissione» sia mediante «modifiche strutturali delle sue attività in modo da garantirne l’operatività positiva». La relazione del revisore è un monito chiaro: senza un intervento deciso e tempestivo, il rischio è quello di ritrovarsi in un mare in tempesta senza un’ancora di salvezza.

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