SAN DONATO Schianto aereo al terminal della M3, resta aperta la doppia inchiesta ma dopo due anni e mezzo è ancora mistero

Otto le vittime del disastro, tra cui il miliardario romeno Dan Petrescu e ora si profila una battaglia per l’eredità

Due anni e mezzo dopo il disastro aereo di San Donato, sono ancora un mistero le cause che hanno fatto cadere dal cielo il Pilatus Pc-12 che si è schiantato contro il palazzo uffici della M3, dove oggi c’è l’autostazione dei pullman a lunga percorrenza. Otto le vittime, tra cui la famiglia del miliardario romeno Dan Petrescu con la moglie e il figlio, di cui si annuncia l’imminente battaglia legale per l’eredità. Il suo patrimonio personale, a seconda dei media locali, varia fra uno e tre miliardi di euro. Calcolo approssimativo perché Petrescu, aveva spostato la residenza nel Principato di Monaco, con domicilio al Columbia Palace in Avenue Princesse Grace. Partner in affari con il leggendario magnate ed ex tennista romeno Ion Tiriac, aveva asceso le scale dorate del successo con interessi in Unicredit iriac Bank, nell’holding Rocar e nel settore immobiliare quale proprietario, tra l’altro, di ipermercati e di centri commerciali tra Bucarest e dintorni (dai quindici ai venti secondo fonti citate dalla stampa romena). I rapporti di affari di Petrescu includevano anche quelli con l’ex azionista della squadra di calcio Dinamo di Bucarest Vova Cohn, con cui aveva acquistato nel 2015 il velivolo sul quale è morto il 3 ottobre 2021.

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