SAN DONATO Studenti del Mattei sul piede di guerra dopo la devastazione della scuola

Gli alunni hanno scritto una lettera e raccolto già 90 firme, 20 delle quali tra i professori, per chiedere alle istituzioni una scuola più sicura dopo i vandalismi

«Quanto è avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 novembre è solo l’ennesimo episodio di incursione nell’Omnicomprensivo di San Donato Milanese: durante le ore notturne, soprattutto nel weekend, il perimetro dell’Omnicomprensivo diventa terra di nessuno e questo ha permesso ad un gruppo di ignoti di entrare nel complesso distruggendo con furia cieca le macchinette, imbrattando i muri con scritte ed insulti e, cosa più grave, ha aperto tutti gli estintori spargendo nel piano inferiore della nostra scuola e nelle palestre (luogo comune per tutti gli istituti) le polveri chimiche».

«Il nostro un grido di aiuto alle istituzioni»

E ancora: «La nostra lettera aperta non vuole essere l’inizio di un conflitto con le istituzioni, ma un grido d’aiuto che si leva dagli studenti verso coloro che per scelta hanno deciso di servire lo Stato che rappresentano sul territorio». Sono alcuni passaggi dell’accorata missiva che il consiglio d’istituto dell’Itis Mattei, non appena si sarà conclusa la raccolta di firme, indirizzerà al sindaco di San Donato Francesco Squeri e a Città metropolitana, nonché all’ufficio scolastico territoriale di Milano e di Regione Lombardia.

«Siamo stanchi di vivere nell’indifferenza dei problemi»

L’appello, si legge, parte da «studenti stanchi di vivere nell’indifferenza dei problemi e che si stanno impegnando per dare una seconda opportunità ad una scuola che ha un potenziale da non sottovalutare». Il documento, spiegano i promotori, è già corredato da circa 90 sottoscrizioni, di cui una settantina sono dei rappresentanti di classe e una ventina dei professori.

«I nostri muri sono pieni di buchi e i soffitti dei bagni pieni di umidità; in palestra ci sono gli animali selvatici»

«La situazione - viene messo in evidenza -, che pensiamo si possa già definire grave, non può che peggiorare. I muri delle nostre classi, infatti, sono ricolmi di importanti buchi, i soffitti dei bagni al piano terra sono gravemente segnati dall’umidità per non parlare poi della presenza di diversi animali selvatici all’interno della zona palestre».

«Come possiamo far valere il nostro diritto allo studio se chiunque può distruggere il materiale didattico acquistato con le tasse dei contribuenti?»

Ma l’accento torna ad essere posto soprattutto sulla sicurezza, partendo dall’interrogativo che si alza dagli studenti: «Come possiamo avvalerci del nostro diritto allo studio, se chiunque può distruggere il materiale didattico acquistato con le tasse dei contribuenti?». A distanza quindi di circa un mese dal grave assalto che ha messo a soqquadro il complesso didattico di scuola superiore, che conta alunni provenenti da una vasto bacino di utenza del Sudmilano, gli studenti, dopo essersi mobilitati con una manifestazione, ora chiedono l’attenzione delle autorità competenti.

I 90 firmatari della lettera «disponibili al confronto»

I firmatari si mostrano disponibili ad «un incontro e ad un confronto aperto e leale», quale opportunità per mostrare a chi di dovere le condizioni in cui versa l’istituto che, ricordano i diretti interessati, «è il luogo in cui passiamo più tempo dopo la nostra casa».

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