Si riaccendono i riflettori sul laboratorio
dell’ex Olivetti a San Giuliano

ELETTRONICA Nell’autunno del ’58 il patron Adriano Olivetti insediò a Borgolombardo il polo delle ricerche dove lavorò l’ingegnere cinese che progettò il primo computer a transistor

In una fetta di territorio tra San Giuliano e San Donato nell’autunno del 1958 Adriano Olivetti insediò il “Laboratorio di ricerche elettroniche” che ha rappresentato un avanzato polo che guardava al futuro dove hanno lavorato autorevoli figure altamente specializzate tra cui l’ingegnere cinese Mario Tochou che riuscì a battere sul tempo l’Ibm progettando l’Elea 9003, il primo computer italiano totalmente a transistor.

Questo è il pezzo di storia che ha avuto sede nella ex Bull di Borgolombardo, in un’area che oggi ospita delle nuove palazzine: una felice parentesi che si era poi conclusa nel 1962, un paio d’anni dopo la morte di Adriano Olivetti, in quanto il laboratorio fu trasferito in altra località. Mentre l’immobile dove ha lavorato lo staff di giovani professionisti animati dalla voglia di portare avanti dei lungimiranti studi di calibro mondiale, purtroppo ha avuto una triste sorte. Circa 20 anni fa, quando la struttura ormai dismessa da tempo era diventata un rifugio per senzatetto, la ex Bull è stata infatti “divorata” da un terribile rogo dove sono morti due uomini che vi avevano trovato riparo per la notte. Una tragedia che aveva richiamato l’attenzione delle allora amministrazioni dei comuni limitrofi sulla necessità di riqualificare quello che si era trasformato in un confine di degrado. Ma se anche non esiste più la sede voluta da Olivetti, nessuno può cancellare i trascorsi che in qualche modo si sono intrecciati allo sviluppo della San Giuliano dell’epoca dove, oltre al susseguirsi di cantieri edificatori per costruire le case destinate alla gente che dal Sud si era trasferita in Lombardia per cercare lavoro, su uno spicchio di terra da cui in lontananza si vedeva il Primo palazzo uffici Eni, si era accesa l’insegna dove hanno timbrato il cartellino quelli che furono i padri dell’era tecnologica odierna.

Ad accendere i riflettori su questa pagina che ha visto protagonista il Sudmilano, è l’associazione “Pozzo di miele”, una realtà composta da ex dipendenti di Olivetti che difendono la storia dell’azienda per cui hanno lavorato affinché diventi patrimonio di tutti e uno stimolo per le nuove generazioni. Il sodalizio si è così recato dalle amministrazioni comunali di San Donato e di San Giuliano per chiedere loro una collaborazione, che è stata concessa da entrambi gli esecutivi, al fine di promuovere una serie di interessanti eventi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA