
Una scia di sangue lunga 35 anni: i delitti efferati nel Sudmilano
CRONACA NERA Gli eventi più tragici tra San Donato, Mediglia, Pantigliate e Paullo
Una lunga scia di sangue. Omicidi efferati, quasi tutti risolti, che negli ultimi 35 anni hanno riempito le cronache locali del Sudmilano. Pagine di violenza estrema, ferite aperte, impossibili da rimarginare, come il caso di Umberto Mormile, Carpiano 1990, cold case per eccellenza: l’educatore carcerario, freddato sulla provinciale 40, fu per anni l’emblema di un delitto che sembrava condannato al buio giudiziario e che solo decenni dopo ha trovato i suoi mandanti. Mediglia, aprile 2007: il colpo di pistola esploso dal padre contro il figlio venticinquenne Massimiliano Truffi nella villetta di Triginto, tragedia familiare che i carabinieri ricondussero a dissidi mai sopiti e a un fragile equilibrio spezzato dalla difficile convivenza. Quindici anni dopo, nel maggio 2022, lo sconcerto tornò a Mediglia con l’arresto di Rosa Fabbiano: smembrò la madre 84enne, Lucia Cipriano, abbandonandola nella vasca da bagno della sua abitazione a Melzo, nascondendo per mesi l’omicidio commesso. Ci sono poi i “fantasmi” che non hanno ancora un nome. Come quello di Laura Orsi, diciassettenne di Melegnano trovata nel Lambro nel 1975, strangolata e seviziata, con piste investigative evaporate in due arresti e altrettanti proscioglimenti, inchieste finite nel nulla. O come Abdellah Hassou, il commerciante marocchino che aveva aperto una macelleria a Melegnano, sgozzato e gettato in una roggia a San Giuliano nel 2023: tre coltellate, nessun colpevole individuato.
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