«A Roma le lotte della società civile»
Dal nodo Tem all'acqua pubblica; dal deposito di stoccaggio di gas di Cornegliano, alla cementificazione del suolo agricolo, all'ampliamento della discarica di Soltarico. Sono cinque le emergenze ambientali per Luigi Visigalli, «partigiano della Costituzione e un megafono dei movimenti», candidato in settima posizione nelle liste di Rivoluzione Civile al Senato. Lodigiano "doc", nato a Ossago, il 28 dicembre 1946, insegnante in pensione, Visigalli è stato professore di geografia economica in diversi istituti del Lodigiano e del Sudmilano. La passione politica e civile si è concretizzata per la prima volta nel 1987 con l'iscrizione ai Verdi, a cui è seguita un'esperienza come assessore all'ambiente a Melegnano (dal 1990 al 1994). Ancora consigliere dal 1994-1998, è stato poi nominato all'interno del consorzio dei comuni del Sudmilano che si occupava di acqua, poi diventato associazione di Tutela Ambientale Sudmilano. Residente a Casalmaiocco, 3 figli, è stato uno delle anime del Movimento Acqua Pubblica, che ha portato alla vittoria del referendum, dal 2008 al 2010 ha lavorato anche alla creazione di Sal, società acqua lodigiana.Perché ha deciso di aderire al movimento Rivoluzione Civile?«Ho conosciuto Ingroia due anni fa in un viaggio della legalità in Sicilia e sono rimasto molto colpito dal suo lavoro per la lotta alla mafia. Quando ha deciso di entrare in politica, non ho avuto dubbi. Il suo motto non era quello di fondare un partito, ma di costruire una nuova fase collettiva comune in cui metterci la faccia e portare le lotte della società civile. In questo contesto sono onorato di essere candidato al Senato. Il mio obiettivo è far sì che il territorio abbia una testimonianza, perché chiunque sia eletto conosca i problemi del Lodigiano». Quali sono i temi da portare a Roma?«Nel Lodigiano è necessaria una vera e propria rivoluzione ambientale, in primis sulla questione Tem e sulle infrastrutture. Da anni ci sono comitati attivi nel denunciare l'inutilità di quest'opera per l'inquinamento che porterà, la scomparsa del suolo agricolo, la speculazione edilizia connessa. Anche sul deposito di stoccaggio di gas di Cornegliano c'è molto lavoro da fare soprattutto sul discorso dei rischi e sulla sismicità indotta. Su questo tema c'è stata negli anni una carenza di informazione ai cittadini e noi condividiamo l'istanza del movimento No Gas che chiede una moratoria per capire meglio i rischi legati all'impianto». Quali sono le altre emergenze lodigiane su cui lavorare?«È urgente dire basta alla cementificazione del suolo agricolo e all'erosione di pezzi di paesaggio, ma anche dare voce ai cittadini riuniti nel comitato contro l'ampliamento della discarica di Soltarico. Bisogna chiedere a Provincia, Comune e Arpa come mai quel capitolo non è ancora chiuso, anche in virtù dei rischi connessi a quel particolare settore del mondo economico legato ai rifiuti, terreno fertile per la criminalità organizzata, come dice anche l'ultima commissione parlamentare d'inchiesta che cita il Lodigiano». A cosa è mancato ai governanti fino ad oggi?«Il coraggio di fare delle scelte senza ricorrere a compromessi. Un errore che ha pesato e pesa sul Lodigiano, oggi sempre più a servizio delle aree metropolitane ed esposto alla perdita della propria identità».