Ambasciatore fino all’ultimo, ieri. E con un ruolo ancora da designarsi, forse al governo, o forse nel partito, nell’imminente futuro. Anche l’ex sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, attuale portavoce della segreteria del Pd, ha avuto una parte importante nella giornata che rivoluziona nuovamente la vita politica italiana. La direzione del Pd era convocata per le 15, ma le ultime ore che mancano all’appuntamento sono ancora state tutte dedicate a un estremo tentativo di trovare una soluzione “non cruenta” al braccio di ferro che hanno ingaggiato Enrico Letta e Matteo Renzi. E ieri mattina a palazzo Chigi sono andati appunto gli “ambasciatori” del Pd, ovvero Guerini e i capigruppo di Camera e Senato, Roberto Speranza e Luigi Zanda, a riprova che fino all’ultimo si è cercato di tenere aperto un canale. Si è parlato di un’offerta fatta a Letta, ovvero quella del ministero dell’Economia, poi smentita in tarda mattinata: e comunque, finito l’incontro, la sensazione era che le parti fossero troppo distanti. Tanto che Letta ha deciso di disertare la direzione del Pd, forse per evitare di surriscaldare gli animi, forse per risparmiarsi una sorta di “processo” ai suoi 10 mesi alla guida del governo delle larghe intese.
Come è finita, è noto. E lo stesso Guerini, sempre a fianco di Renzi durante la direzione, ha ribadito le parole del suo segretario anche in serata, ringraziando Letta per il lavoro svolto ma sottolineando la necessità di un «cambio di passo». Con la pressoché certa ascesa di Matteo Renzi a palazzo Chigi, per l’ex sindaco di Lodi si aprono diverse ipotesi. Secondo i “rumors” e i pronostici che continuano a rincorrersi in queste ore, Guerini potrebbe andare a palazzo Chigi come sottosegretario alla presidenza. Ma per lui, come per Luca Lotti, si parla anche di un ruolo forte all’interno del Pd, visto che Renzi da premier intende restare anche segretario del partito. Per sapere dove culminerà la parabola di Guerini dalla sua elezione in Parlamento, potrebbero bastare pochi giorni.
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