Andrea Dogliani (Politiche - Mir)

Andrea Dogliani, 25 anni, residente a San Donato, è alla posizione numero 4 della lista circoscrizionale Lombardia 1 (collegio di Milano) per Mir-Moderati in rivoluzione, il nuovo soggetto politico voluto dall’imprenditore e giurista emiliano Giampiero Samorì in alleanza con il centrodestra. Nonostante la giovane età Dogliani è impegnato sulla scena politica locale da diverso tempo, prima come responsabile di Azione Giovani, poi come dirigente Pdl e responsabile di Giovane Italia.

Cosa l’ha convinta a sostenere un raggruppamento politico di freschissimo battesimo come Mir?

«Il Pdl e molti degli alleati sono esperienze politiche relative al passato. O perché continuano a candidare deputati e senatori che siedono in parlamento da innumerevoli legislature, oppure perché nascondono dietro nuovi simboli persone che nuove certo non sono. Il Mir al contrario candida forze nuove, prese tutte dalla società civile e propone idee che spezzano la continuità delle solite ricette. Sappiamo bene che questa avventura rappresenta una sfida che abbiamo avuto poco tempo per perfezionare. Ma è un progetto che vuole continuare, ben dopo le elezioni».

Le primarie del centrodestra a dicembre sembravano alle porte, poi non si sono svolte. Pensa che il centrodestra possa accogliere in fretta un “passaggio” di confronto sui numeri, sulla reale misura del consenso e delle tendenze emergenti ?

«Le primarie nel centrodestra sembravano davvero una cosa certa, e pian piano sono saltate andando a determinare la nascita di una serie di movimenti che rimangono nella cerchia del centrodestra, ma indipendenti e slegati dal Pdl. Le primarie, se ben organizzate e soprattutto in tempi tali da non essere “simboliche”, troppo a ridosso del voto, sono un ottimo strumento per coinvolgere la gente nelle logiche e nelle scelte del partito».

Spieghi in poche parole chi è “moderato” nell’Italia del 2012. E, per antitesi, chi è “estremista”?

«Per definizione moderata è una persona lontana dall’approccio massimalista ed estremista ad ogni questione politica. I moderati sono persone che senza troppe chiacchiere lavorano per risolvere concretamente i problemi con prudenza, buonsenso e soprattutto realismo. Ora più che mai bisogna governare in maniera concreta e realista dando risposte serie alla gente. Il cambiamento deve essere radicale ad ogni livello... dei partiti in primis».

Di cosa hanno bisogno Milano, San Donato e il resto della provincia per essere veramente e compiutamente “città europea”?

«La città metropolitana di Milano dovrebbe investire nel verde pubblico, nei trasporti e nel sostegno all’economia locale. È necessario investire sui giovani, una della categorie che più risentono di questa crisi. Chiunque governi a marzo, nessuno può ignorare la detassazione e la legislazione di favore per aziende che assumono giovani. Un altro tema importantissimo per una Milano Europea è la ricerca: investire in ricerca così da trasformare Milano in una vetrina dell’innovazione. L’attuale provincia di Milano ospita un gran numero di aziende in qualsiasi campo della tecnologia e le migliori università d’Italia : eppure a volte sembra che ce ne dimentichiamo».

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