Verona e Milano unite dallo stesso destino. Quello odierno sarà un sabato speciale per i soci del Banco Popolare e per quelli della più piccola (ma in crescita dopo anni complicati) Banca Popolare di Milano, chiamati a votare la fusione che darà vita alla terza banca del Paese. Il Banco Popolare convoca i soci alla Fiera di Verona (storico feudo) a partire dalle 9. La Banca Popolare di Milano si ritrova invece alla Fiera di Rho-Pero. Le due assemblee si svolgeranno in contemporanea: quella di Verona si prospetta molto tranquilla e dall’esito favorevole scontato; finale ancora da scrivere invece alla Popolare di Milano, la cui base sociale è spaccata, con i pensionati intenzionati a votare no. Per essere approvate le delibere devono ottenere i due terzi dei voti favorevoli, tuttavia occorre considerare che i soci (e dunque anche i pensionati Bpm) possono esprimere fino a dieci deleghe, i dipendenti al contrario non sono portatori di deleghe, eccezion fatta per la procura dei figli minorenni. Si vota in maniera palese e dunque per alzata di mano: un meccanismo che porta a pensare che la stragrande maggioranza dei soci dipendenti, tanto a Verona quanto a Milano, darà il proprio assenso all’operazione. Dubbi dei pensionati milanesi a parte, l’aggregazione è ritenuta strategica nel panorama bancario italiano: servirà al governo per mettere in sicurezza le grandi popolari (soprattutto il Banco) ed è la prima grande fusione, a livello continentale, governata direttamente dalla Banca centrale europea. Nei mesi scorsi, nella fase più delicata delle trattative con Francoforte, è sceso in campo direttamente il governo attraverso il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan, segno che l’operazione è ritenuta fondamentale.
«Il Cittadino» seguirà in diretta i lavori assembleari di Verona e di Milano attraverso i propri canali social, mentre la cronaca approfondita e i commenti appariranno sull’edizione che i lettori potranno trovare lunedì in edicola (o sull’edicola digitale).
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