Cornovecchio ne accoglie cinque,

ma c’è un “incidente diplomatico”

Dovevano arrivarne due mentre sono cinque i profughi africani approdati tre giorni fa alla comunità Famiglia Nuova di Cornovecchio. E il balletto dei numeri ora rischia di creare un incidente diplomatico tra il sindaco Giuseppe Bragalini e il primo cittadino di Casale Flavio Parmesani. «Sono stato contattato quindici giorni fa dalla Provincia per dare il mio benestare all’accoglienza di due profughi - ha riferito ieri Bragalini -, poi mi è arrivata la lettera di Parmesani come presidente del distretto Asl del Basso Lodigiano che faceva riferimento a quattro persone e così ho chiesto chiarimenti, ma non ho più saputo niente. La settimana scorsa l’ultima telefonata del viceprefetto mi informava che erano addirittura cinque». A far arrabbiare il sindaco di Cornovecchio è la mancanza di chiarezza da parte del collega Parmesani: «Ho detto subito che l’importante era che fossero regolari - ha sottolineato Bragalini - non c’è nessun problema ad ospitarli, tanto più che è la comunità a farlo. Mi sono arrabbiato per il metodo, prima mi dicono due, poi quattro, poi cinque». I migranti arrivano dalle coste dell’Africa, un 22enne e un 20enne della Costa d’Avorio, un 18enne e un 20enne dal Mali e il più grande di 33 anni dal Congo. Non conoscono l’italiano e non sanno leggere né scrivere, ragazzi a posto che si sono ambientati subito con i loro coetanei ospiti della comunità della Bassa. Tutti e cinque sono sbarcati il 2 agosto a Lampedusa, fanno parte dell’ultima ondata migratoria che ha traghettato sulle coste italiane 150 tra uomini e donne fuggiti chi dalla povertà e chi invece dalla guerra. Come il congolese arrivato a Cornovecchio: sorride e non puoi non accorgerti di quella finestrella senza denti proprio al centro. Durante uno scontro armato nel suo Paese il fratello è rimasto ucciso e lui è riuscito a salvarsi per miracolo: fuggendo però ha battuto su dei sassi e i denti si sono spezzati. Così, arrivato in Libia, prima di raggiungere l’Italia, qualcuno ha pensato bene di levarglieli. Il segno di un passato che non si cancella, ma che se verrà accolta la loro richiesta di asilo politico, questi giovani sperano di ancorare a un futuro migliore.

Laura Gozzini

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