PrimoPiano
Martedì 23 Agosto 2011
«Diventeremo un quartiere dimenticato»
Il sindaco di Terranova è pronto a restituire la tessera della Lega
«Sono totalmente contrario a questa manovra che cancella anche il Comune di Terranova: sono un sindaco della Lega e, nel caso, mi dico pronto a riconsegnare la tessera di partito». È furioso il sindaco di Terranova de’ Passerini Roberto De Poli, «schifato» da una manovra anti-crisi che costringe ancora una volta i piccoli a pagare gli sprechi di altri. E, bilancio alla mano, spiega il perché. La manovra di Ferragosto approvata dal governo Berlusconi prevede infatti l’abolizione dei Comuni sotto i mille abitanti e la comunità di Terranova c’è dentro per una manciata di abitanti. Attualmente la popolazione ha raggiunto quota 914, in un Comune dove si contano 12 consiglieri in tutto: 8 di maggioranza e 4 di opposizione, oltre al sindaco.
«In questo modo si mette in difficoltà la gente comune, - ha spiegato il primo cittadino - perché da sempre noi sindaci svolgiamo il nostro compito a servizio dei nostri cittadini. Con la scomparsa dei nostri piccoli Comuni se ne va anche una parte di storia, di tradizione e di cultura di un paese, - ha continuato De Poli - mentre con questa manovra siamo solo destinati a diventare dei quartieri dimenticati da tutti». Ma De Poli va oltre, attaccando il suo stesso partito, la Lega Nord: «Il nostro partito è nato per difendere il territorio, tutelare l’identità delle nostre comunità, mentre adesso permette una manovra che cancella le nostre identità». Ma il primo cittadino di Terranova ne ha davvero per tutti: «Sono anni che si dice di dare maggiori poteri ai Comuni, questo è il risultato».
A far crescere la rabbia di De Poli però è anche la motivazione avanzata per l’abolizione dei piccoli Comuni: il risparmio. «Ma perché, mi chiedo, i politici di Roma che costano molto, molto di più di noi, non si tagliano i loro tanto costosi vitalizi che ammontano a 204 milioni all’anno?», ha attaccato De Poli, proseguendo: «Tra amministratori, commissioni e consigli comunali invece i politici di Terranova costano circa 11 mila euro all’anno, io percepisco 356 euro netti al mese, un assessore ne costa 116 lordi e il gettone di presenza ammonta a 15 euro». Ma c’è di più: che fine faranno tutti i servizi finora garantiti dal comune di Terranova? «Noi non abbiamo l’Irpef e la Tarsu è la più bassa di tutto il Lodigiano, - ha illustrato De Poli - mentre quando Terranova finirà sotto un altro comune più grosso dovrà iniziare a pagarla».
«Il Comune più grosso che ingloberà Terranova poi non riuscirà ad occuparsi del paese e delle sue frazioni (San Giacomo, Terranova, Cascinette, Cascine de’ Passerini, Cascinotti, Biraga) come abbiamo fatto noi finora», ha aggiunto l’assessore Giuseppina Raffa, sfogliando con il sindaco il bilancio comunale 2010: un esercizio finanziario da 1 milione 200mila euro, chiuso senza debiti, con una spesa corrente di circa 700mila euro e tanti servizi garantiti come lo scuolabus gratuito (11mila euro) e il contributo per la scuola materna paritaria (32mila euro), per non parlare dei servizi socio assistenziali gestiti dal Consorzio servizi alla persona e delle opere di riqualificazione realizzate dalla giunta De Poli negli ultimi anni, tra cui la sistemazione della scuola materna e la creazione di piazza Falcone. Interventi che hanno portato a un aumento della popolazione, passata in pochi anni da 700 a oltre 900 abitanti, con un mercato edilizio che, crisi a parte, resiste a Terranova, dove di recente ha aperto anche un negozio di alimentari.
«Nel 2013 dovremmo festeggiare i 150 anni del nostro comune, - ha concluso amareggiato il sindaco di Terranova - ma a questo punto non si sa cosa festeggeremo».
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