Troppi parti cesarei a Codogno e code lunghe per l’intervento di rottura del femore all’ospedale Maggiore di Lodi. A Vizzolo, attese fuori limite per gli interventi alla colecisti e a San Donato, invece, angioplastiche a tempo di record per chi è colpito da infarto. A dirlo sono gli indicatori del Programma nazionale esiti 2014 firmato da Agenas. Si tratta di un’attività istituzionale del Servizio sanitario italiano che fornisce valutazioni comparative a livello nazionale sull’efficacia, la sicurezza, l’efficienza e la qualità delle cure prodotte.
Interventi alla colecisti
A Lodi, nonostante un miglioramento rispetto all’anno prima, sono ancora pochi gli interventi alla colecisti con degenza post operatoria inferiore ai tre giorni. La percentuale, infatti, è di poco più del 59 per cento, mentre il ministero della Salute fissa al 70 per cento la quota minima di colecistectomie con degenza inferiore a tre giorni. Stesso discorso per l’ospedale di Vizzolo.
Troppi cesarei
L’ospedale di Codogno ha superato i 500 parti, numero limite indicato dalla norma per evitare la chiusura, arrivando a 589, ma i tagli cesarei sono circa il 24 per cento. Il regolamento del ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera fissa, invece, al 25 per cento la quota massima di cesarei primari per le maternità con più di mille parti e al 15 per cento per le maternità con meno di mille parti. Al Maggiore, dove nel 2014 sono nati 1403 bambini, i dati sono indice di virtuosità. I parti cesarei, infatti, sono fermi al 20 per cento circa.
Positiva è anche la situazione all’ospedale di Vizzolo. Su 698 parti, i tagli cesarei sono intorno al 13 per cento. Il Policlinico di San Donato, invece, si conferma ancora una volta l’ospedale del cuore: oltre il 60 per cento dei pazienti colpiti da infarto, infatti, viene trattato con angioplastica entro due giorni.
La media nazionale, invece, è del 41 per cento. Bene però va anche Lodi dove la percentuale di angioplastiche entro due giorni è intorno al 50 per cento.
Femore, lunghe attese
Per il Ministero, almeno il 60 per cento di interventi chirurgici per frattura del femore, nei pazienti con più di 65 anni, deve essere effettuato entro le 48 ore. A Lodi e a Vizzolo, invece, la percentuale, è ferma, rispettivamente, al 41 e al 43 per cento. «Siamo sotto i limiti, è vero - conferma l’Azienda ospedaliera di Lodi -, ma adesso in ortopedia abbiamo nominato un nuovo primario che ha già preso in mano la situazione. Siamo virtuosi anche per quanto riguarda gli interventi a causa del tumore alla mammella».
L’ospedale di Lodi effettua 129 ricoveri all’anno per tumore alla mammella e la percentuale di interventi conservativi è superiore all’81 per cento. Un miglioramento rispetto all’anno precedente, quando la percentuale era ferma al 65,2.
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