Il giorno dopo, Berlino si è risvegliata scossa ma decisa a ripartire. La strage di lunedì sera causata da un tir in un mercatino di Natale nella zona della Gedächtniskirche, ovvero la chiesa della commemorazione del Kaiser Guglielmo, area frequentatissima dai turisti e dai berlinesi, non ha messo paura agli abitanti della capitale tedesca. Almeno così racconta Fabio Dionigi, fisico lodigiano che lavora come ricercatore all’Università di Berlino: «Sui mezzi pubblici la situazione mi è sembrata piuttosto normale, non ho visto maggior presenza di forze dell’ordine rispetto al solito – racconta al telefono -. Anche nella zona universitaria tutto mi è sembrato sotto controllo. Essendo impegnato al lavoro tutto il giorno, non posso dare una descrizione complessiva della città, ma di sicuro la stragrande maggioranza dei berlinesi ha continuato le proprie attività quotidiane». In queste ore si discute molto sulla matrice dell’attacco: «Ne abbiamo parlato tra colleghi, sembra sia un attentato terroristico ma non vi è ancora la certezza assoluta. Tutti siamo rimasti sbigottiti, inevitabilmente, anche perché nei giorni e nelle settimane precedenti non c’era stato alcun tipo di “segnale”. Anzi, in questi giorni la città brulica di gente per le strade, nei mercatini e nei centri commerciali. È stato davvero un fulmine a ciel sereno, ma io credo che i berlinesi sapranno reagire».
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