“Ad oggi la transazione ha avuto solo parziale esecuzione, per cui permangono i gravi motivi di opportunità che impediscono alla Banca di rendere pubblica la transazione, almeno sino alla completa attuazione che, altrimenti, verrebbe gravemente pregiudicata”. Recita così un atto ufficiale degli avvocati del Banco Popolare, depositato alla cancelleria del tribunale di Lodi lo scorso 20 febbraio. Al di là del linguaggio burocratico, il documento (di cui «il Cittadino» è entrato in possesso) fotografa chiaramente lo “stato dell’arte” dell’accordo stipulato nel 2010 tra il Banco Popolare-Banca Popolare di Lodi e Gianpiero Fiorani, ex amministratore della Banca Popolare di Lodi-Banca Popolare Italiana, in carica fino al 2005. Un accordo milionario (il bilancio 2010 del Banco parla di circa 50 milioni di euro, compresa la quota a carico di Silvano Spinelli), raggiunto per chiudere la spinosa vicenda dell’azione di responsabilità sociale avviata dalla banca nei confronti del suo ex amministratore per i danni che questo le avrebbe in qualche modo arrecato.
Ma se una parte di questi circa 50 milioni di euro è già entrata nelle casse della Bpl, contribuendo a gonfiare il bilancio 2010 (la quota “incassata” e registrata nel bilancio 2010 è di 32,2 milioni di euro), un’altra parte deve ancora “passare” da Fiorani al Banco. Questo certifica il documento del 20 febbraio scorso, questo hanno confermato diverse fonti consultate nella giornata di ieri.
Il documento del 20 febbraio 2012, firmato dagli avvocati Matteo Rescigno, Giuseppe Mercanti e Andrea Maisano, non si limita al perfezionamento della transazione tra Fiorani e il Banco, ma dice anche altre cose interessanti. E tra queste, sgombra il campo sul fatto che il patrimonio “girato” (o ancora da “girare”) dall’ex banchiere al Banco non riguarda eventuali altri soggetti. C’è una frase del documento che parla chiaro: “L’accordo è limitato, sia per Fiorani che per Spinelli, alla loro quota di responsabilità, e quindi non è comunicabile agli eventuali terzi responsabili solidali”. Un aspetto, questo, non secondario. Basta pensare alla posizione di una nutrita pattuglia di ex consiglieri di amministrazione della Banca Popolare Italiana, pesantemente multati da Banca d’Italia e Consob. Le multe sono state pagate in anticipo dalla banca, che ora chiede agli ex consiglieri di saldare il conto. Ma questi a loro volta sostengono che il conto debba essere saldato con i soldi che Fiorani ha già “girato” (e “girerà”) al Banco Popolare, erede della vecchia Popolare Italiana. Una speranza, quella della pattuglia di ex consiglieri, che al momento pare destinata a essere frustrata.
A tal riguardo, c’è un altro documento decisamente interessante. È un estratto dell’accordo tra il Banco e Fiorani, certificato dal notaio Piercarlo Mattea di Lodi, composto da quattro pagine. La pagina 29 dell’accordo recita testualmente: “L’effetto estintivo e transattivo dell’Accordo riguarda esclusivamente la responsabilità imputabile al Dott. Fiorani e non si comunica agli altri ex amministratori e sindaci di Banca Popolare Italiana”. E poche righe dopo, ecco un’altra frase significativa: “Restano, pertanto, salvi ed impregiudicati, nonché estranei all’Accordo, tutti i diritti e le azioni, promosse o promuovende, nei confronti dei predetti soggetti ed, in particolare (e questa è la parte più interessante, ndr) a mero titolo esemplificativo e senza pretesa di esaustività, tutti i diritti fatti valere nelle azioni di responsabilità promosse contro gli ex altri amministratori e sindaci di Banca Popolare Italiana”.
La transazione da 50 milioni tra Gianpiero Fiorani e Banco-Bpl per chiudere la delicata partita dell’azione di responsabilità avviata dall’istituto non è ancora andata a buon termine: finora infatti l’ex ad ha versato solo 32 milioni
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