Fombio, un castello e tanta fantasia

nImmaginate di avere una Ferrari in garage, acquistata tanto tempo fa. Vorreste guidarla, andarvene in giro , ma tra assicurazione, bollo, benzina e tagliando vi costerebbe un patrimonio. Così la tenete lì in garage, limitandovi a farci un giro in cortile in attesa di tempi migliori. È più o meno quanto accade a Fombio, dove il Comune è pieno e unico proprietario di un gioiello come il castello Douglas Scotti. Un gioiello, come detto, ma con un problema: mantenerlo costa e i Comuni, com’è arcinoto, di questi tempi fanno fatica ad asfaltare le strade. Così è andata a finire che del castello si usano solo otto stanze (oltre ai servizi igienici, a norma, e ad alcuni locali usati come rimessa e magazzino) e, a riprova dell’italica capacità di rimboccarsi le maniche e lavorare di fantasia, è andata a finire che il non facile compito di farlo vivere con iniziative ed eventi è stato proposto ai volontari della pro loco che, non senza un po’ di incoscienza, hanno accettato. Ad accogliere cronista e fotografo è proprio la presidente dell’associazione, Roberta Pomari. Di lavoro fa l’avvocato ed è, come tanti, una milanese scesa in riva al Po per vivere con la famiglia lontano dal caos. «Dopo l’organizzazione da parte nostra di un paio di eventi in castello, nel 2014 il Comune di Fombio ci ha chiesto di fare vivere questo luogo affidandoci l’organizzazione di iniziative - spiega Pomari -. Noi ogni anno invitiamo le realtà artistiche, sociali e culturali del territorio a proporre eventi nel castello, raccogliamo le proposte ricevute e coordinandoci con il Comune stiliamo un calendario per l’anno seguente». Essendo il castello di proprietà comunale chiunque può rivolgersi in municipio chiedendone l’utilizzo: per le associazioni senza scopo di lucro (naturalmente dopo l’ovvia valutazione della richiesta) la concessione degli spazi è gratuita, con l’altrettanto ovvio impegno sottoscritto a lasciare i locali puliti e integri. Per gli eventi privati, quali matrimoni, l’uso degli spazi è invece a pagamento (il tutto, però, vale solo nei mesi caldi, non essendoci impianto di riscaldamento).

Non potendo pensare ad altri impieghi del castello come museo (le sale sono vuote, di arredi e oggetti d’epoca non ne sono pervenuti ai giorni nostri) o altro, a Fombio si è quindi lavorato di fantasia. Così tra gli eventi messi in campo dalla pro loco che dal 2015 ha sottoscritto un regolare accordo con il Comune e le richieste dei privati, il calendario si è via via riempito di iniziative: dal raduno di Vespe rigorosamente originali e d’epoca alle mostre d’arte, dalle presentazioni di libri (di queste parti è passato anche Vittorio Sgarbi) alle feste di fine d’anno delle scuole del paese. Senza grandi clamori, insomma, il castello è tornato ad aprire il portone alla comunità. «La soddisfazione maggiore - spiega Pomari - è quando persone del paese vengono a dirci “È da quarant’anni che abito qui ma nel castello non c’ero mai entrato prima”». Anche il futuro è fatto di piccoli passi, prudenti, senza strafare come si usa da queste parti. «Per il 2016 abbiamo in programma un intervento di pulizia e manutenzione per una cifra di circa 20mila euro» anticipa Alessandro Lombardi, assessore con delega ai Lavori pubblici. Nell’elenco delle spese ci sono anche interventi per chiudere alcuni passaggi da cui attualmente entrano i piccioni. Sembra una cosa da niente invece non ci si immagina nemmeno lontanamente i danni che questi uccelli causano agli edifici antichi. Altro intervento in cantiere riguarda l’apertura alle attività della cantina a volta, un ambiente sotterraneo affascinante e particolarmente adatto a eventi culturali. Il problema, in questo caso, è quello di realizzare una (doverosa) uscita di sicurezza e di farlo attenendosi alle indicazioni della Soprintendenza, visto che il castello è ovviamente posto sotto tutela. Fortunatamente la cosa dovrebbe risolversi con la riapertura di un passaggio, chiuso in epoca più recente, che sfocia nel giardino del castello. «Daremo l’incarico a un progettista - conferma Lombardi -. Ci piacerebbe anche aprire altri locali come il loggiato al primo piano, ma in questo caso ci sono altri aspetti di cui tenere conto. Vedremo». Il problema è sempre quello: i soldi. Così la speranza, confessa Pomari, è di trovare un mecenate che prenda a cuore le sorti del castello e di quello che rappresenta per la comunità: «E che ci aiuti in questa opera mastodontica».

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