Un comitato che faccia sentire la voce dei lodigiani e fermi il disegno del governo: è la proposta del presidente della Provincia Foroni, secondo cui «l’Ente provinciale da solo non può fare nulla, ma tutti i cittadini potranno fare molto se convinti dell’importanza della sopravvivenza della loro Istituzione amministrativa.» «Penso alla creazione di un comitato, spiega Foroni, che senza distinzione di colore politico possa rappresentare gli interessi in gioco e faccia sentire la voce di tutti i lodigiani in difesa dei loro interessi. Questa, non deve essere vista come una presa di posizione contro la manovra del Governo, che è giusta e corretta da moltissimi punti di vista, ma una semplice presa di coscienza di una realtà che rivendica la propria autonomia e la propria territorialità. Difendere la nostra Provincia - continua Foroni - che è il sunto delle speranze di una realtà economica e sociale seconda a nessuno, e’ un dovere non solo di chi in questo momento rappresenta l’istituzione, ma anche di tutti coloro che in essa ci vivono e nutrono speranze di un futuro attento e vicino ai loro bisogni e alle loro necessità. Questa, non è nemmeno una presa di posizione fatta per difendere nessuna poltrona, ma è una semplice verità, che analizza concretamente le conseguenze che si avranno se tale decreto fosse approvato senza tenere conto delle diversissime esigenze che esistono all’interno delle realtà territoriali come la nostra. La Provincia di Lodi è un ente virtuoso che negli ultimi anni ha avviato una rigorosa politica dei tagli e del risparmio, difendendo, al contempo, tutte le necessità di un territorio ricco di risorse con sinergie da tutelare ed incentivare attraverso politiche attuate ad hoc. I sacrifici che abbiamo chiesto a tutti i nostri dipendenti e a tutti coloro che collaborano per la Provincia, non dovranno essere vanificati. L’ente provinciale oggi sta vivendo una nuova e diversa realtà, proiettata verso una reale espansione sociale ed economica, pensiamo, all’università, alla difesa del settore agroalimentare che rappresenta il settore cardine dell’economia lodigiana, alla difesa delle nostre infrastrutture viabilistiche e sociali. L’elenco sarebbe lunghissimo, pensiamo ancora, ad esempio, alla battaglia vinta contro la discarica di Senna Lodigiana, oppure se Sorgenia alla fine avrebbe comunque dato tutti quei soldi agli enti locali, o ancora alla battaglia contro Elcon, quelle contro l’apertura di nuove discariche di rifiuti, il piano rifiuti e così via. Tagliare la nostra realtà, significherebbe diventare un soggetto periferico che non avrebbe nessuna possibilità di far sentire la propria voce. Rappresenterebbe un’umiliazione dell’orgoglio lodigiano, della nostra economia e di tutto il lavoro fatto fino ad oggi dalla mia Giunta e da tutti coloro che hanno sempre creduto, vissuto e lavorato nel nostro territorio. Questo è l’ennesimo risultato della disastrosa economia del Sud Italia, che a furia di sprecare ha condizionato in negativo anche il nord produttivo e virtuoso come la nostra provincia. I presunti benefici economici pianificati nella manovra d’accorpamento della provincia, non saranno proporzionalmente rapportabili al danno della qualità dei servizi offerti oggi da amministrazioni locali che ben conoscono il territorio. La manovra economica emanata tramite decreto - ribadisce ancora Foroni - è valida da molti punti di vista, ad esempio, non sono state toccate le pensioni e non tocca le fasce più deboli della popolazione ma solo i redditi medio alti ed alti ed è stata necessaria per tutelare i risparmi degli italiani. In un momento di congiuntura economica che vede coinvolti tutti i maggiori Paesi, era assolutamente necessaria e doverosa. Oggi, però, il nostro territorio sta pagando le colpe di una sola parte del paese, quella del sud Italia, che ha sprecato negli anni cifre pazzesche pagate dal nord virtuoso e produttivo. A seguito di tutto ciò, la nostra provincia si trova a pagare un conto non suo e tutti i lodigiani dovranno capire che difendere la nostra provincia, significherà difendere tutti i loro sacrifici e le loro certezze conquistate con il duro lavoro».
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